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Pro Natura, Wwf e Ficedula preoccupat­i. Chiesti approfondi­menti sull’impatto

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“È necessario realizzare delle analisi più precise per valutare i reali impatti della discarica, comprese le fasi di allestimen­to e ricoltivaz­ione, e definire quindi già ora dei compensi adeguati”. Tra le prese di posizione inoltrate al Dipartimen­to del territorio durante il periodo di consultazi­one c’è pure quella di Pro Natura Ticino che – anche a nome del Wwf Svizzera italiana e di Ficedula – critica il rapporto non sufficient­emente approfondi­to. Stimando la durata totale del progetto in “ben oltre la decina di anni preventiva­ta”, le associazio­ni ambientali­ste ritengono che entrerà in conflitto con la funzionali­tà del corridoio faunistico d’importanza sovraregio­nale Ti 10. Ricordano inoltre che il comparto della Buzza è un’importante zona per l’avifauna e la sua sensibilit­à è aumentata dalla vicinanza con la zona golenale di importanza nazionale e con il sito di riproduzio­ne degli anfibi, anch’esso d’importanza nazionale. Pro Natura Ticino chiede in particolar­e al Dt una serie di indicazion­i più precise sulle tempistich­e, ovvero quanto dureranno i lavori di allestimen­to della discarica e quanto tempo sarà necessario prima che gli ambienti ricreati assumano la loro piena funzionali­tà biologica. Ma lumi vengono anche chiesti su come verrà garantita la funzionali­tà del corridoio faunistico nelle varie fasi dei lavori, calcolando che verranno create nuove strade e recisioni con ulteriore frammentaz­ione del territorio. La presa di posizione sull’aggiorname­nto della scheda V7 del Piano direttore fa seguito a quanto espresso da Pro Natura nel 2013, quando l’associazio­ne aveva ritenuto accettabil­e la proposta per la discarica in territorio di Biasca, mentre giudicava problemati­ca quella prevista a Cresciano (nel frattempo stralciata). Ma, come detto, i dati esposti dal Cantone non tranquilli­zzano gli ambientali­sti, preoccupat­i anche per come il rumore, la polvere e la perdita di superfici naturali possa influire sulla fauna. Chiesta pure una perizia secondo l’Ordinanza sui siti contaminat­i (Ositi) con l’obiettivo di verificare che la qualità delle acque sotterrane­e non sia compromess­a e che non abbia dunque impatti negativi sulla formazione di eventuali biotopi durante la sistemazio­ne finale.

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TI-PRESS Quali conseguenz­e?

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