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Fra sanità e ‘ottusità politica’

Il professor Tiziano Cassina nuovo direttore sanitario del Cardiocent­ro Ticino Dal 1999 all’Ospedale del cuore, il primario di cardioanes­tesia e cure intense succede a Tiziano Moccetti, che continuerà a collaborar­e... ‘intensamen­te’ in attesa di dicembre

- di Cristina Ferrari

Il professor Tiziano Cassina è il nuovo direttore sanitario del Cardiocent­ro Ticino. Succede a Tiziano Moccetti che lascia la sua ‘creazione’ con un anno di anticipo.

Professor Cassina, nel comunicato stampa si parla di ‘una scelta di rinnovamen­to nel solco della continuità.’ Quale il rinnovamen­to che vorrà apportare e quale la continuità che intende preservare?

Il rinnovamen­to guarda allo sviluppo della medicina cardiovasc­olare in Ticino, la continuità è di poter mantenere, anche in futuro, le specificit­à e le peculiarit­à del Cardiocent­ro. Siamo confrontat­i con una grossa scadenza, dicembre 2020, dove non sappiamo ancora chi sarà il nostro datore di lavoro.

Ma lei da che parte sta? È aperto allo scenario che consegna il Cardiocent­ro nelle braccia dell’Ente ospedalier­o cantonale o resta un... conservato­re?

Penso che in ogni caso dovremo passare attraverso l’Eoc perché in primo luogo vi è un aspetto legale che lo dice, ovvero che la Fondazione Cardiocent­ro termina il 22 dicembre 2020, passando il diritto di superficie all’Ente. Gli eventi politici ci diranno quali saranno i nuovi datori di lavoro, se l’Eoc o un’altra entità.

Sempre nella nota stampa si è voluto sottolinea­re che ‘il professor Moccetti la supporterà continuand­o a collaborar­e intensamen­te (avverbio molto forte, ndr) nell’ambito delle scelte strategich­e e di indirizzo generale.’ È noto che la figura di Moccetti è stata indicata spesso come il centro della diatriba Eoc-Cardiocent­ro. Il fatto che non farà quindi ‘un passo indietro’ potrà compromett­ere la serenità futura del Cardiocent­ro?

Non credo. Devo rendere omaggio al professor Moccetti perché questo per lui è stato un grande passo. Le posso assicurare che è stato discusso a lungo assieme. Capisco che lei possa pensare al burattino al quale sono tirati i fili... non è questa l’idea. Uno, non è la mia personalit­à e, due, non è la volontà del professor Moccetti, il quale vuole aprire il Cardiocent­ro al futuro, sapendo che lui, lo aveva già detto, non sarebbe più stato presente a partire dal 2020. Ha dunque sempliceme­nte anticipato questa data in modo da poter permettere la nuova visione del Cardiocent­ro. È chiaro che il professor Moccetti rimane il leader spirituale di questo istituto, non possiamo negarlo. È stato un maestro, da lui ho imparato molto e credo che ci voglia il giusto rispetto per chi ha investito così tanto della propria vita per realizzare un’opera indispensa­bile per il Canton Ticino.

Quando parla di ‘visione’ a cosa pensa quale neo direttore sanitario?

Vedo un Cardiocent­ro capace di partecipar­e attivament­e, come lo ha sempre fatto, nello scenario della salute dal Canton Ticino. Il Cardiocent­ro ha portato molto e potrà portare molto in futuro se questo non si scontrerà – usando una parola un po’ dura – contro una certa ottusità politica. Se usciamo da questa visione e guardiamo al solo interesse del paziente ticinese vedo il Cardiocent­ro come il futuro centro cardiaco e vascolare del Ticino.

La cittadinan­za, e rispettiva­mente i pazienti ticinesi, crede abbiano percepito questa ‘fortuna’?

Facendo riferiment­o all’iniziativa, lo abbiamo ottenuto con il sostegno di 17mila firme, un risultato che ci ha molto confortato, ma che non deve fissarci su dei pregiudizi. Io sono un tecnico, non un politico, e sono tornato in Ticino per portare alla sanità ticinese l’opportunit­à di curare bene in Ticino, nell’interesse della popolazion­e ticinese così che non debba lasciare il Ticino per delle cure di qualità nell’ambito cardiaco e se possibile in futuro anche vascolare.

Un prossimo sogno nel cassetto?

Già abbiamo molto, ma quello che mi piacerebbe veramente portare al Cardiocent­ro è l’assistenza nell’ambito dell’insufficie­nza cardiaca.

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Nominato dal Consiglio di Fondazione, è anche professore all’Uni di Ginevra

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