Agno a 42 ore: ‘Reazionaria sciocchezza’
Ha fatto arrabbiare, e non poco, la decisione del Municipio di Agno di innalzare da 40 a 42 le ore settimanali dei dipendenti pubblici comunali. «Il Comune di Agno – ci informa Massimo Mantovani del sindacato Vpod Ticino – non ha mai fatto parlare di sé dal punto di vista sindacale sinora. Con solo una quindicina di dipendenti non è certo un polo d’attività sindacale. Ma l’esecutivo è riuscito a farci arrabbiare sottoscrivendo il messaggio per la revisione del Regolamento organico dei dipendenti comunali». E perché questa stizza? «Il Municipio di Agno – ha risposto ai nostri interrogativi l’esponente sindacale – ha imposto al personale un grosso peggioramento, il passaggio dalle 40 alle 42 ore settimanali: questo per risparmiare una mezza unità di personale, facendo lavorare due ore alla settimana in più il personale». In attesa di una risposta che chiarisca i motivi di questa decisione, il sindacato si appella al Consiglio comunale di Agno chiedendo «di non accettare questa reazionaria sciocchezza». In questo senso, il sindacato Vpod – ci ha confermato Mantovani che ieri ha partecipato a un’azione di volantinaggio organizzata davanti alla sede del Comune di Agno – «ha avviato una discussione con il governo per le 40 ore settimanali, dopo che numerosi enti comunali e sociosanitari le hanno già introdotte. Anche i Comuni di Bioggio e Manno, con i quali Agno collabora, hanno le 40 ore! E inaccettabile che questi ora facciano il contrario». Meno unità di lavoro e peggioramento salariale: «Più ore significa, di fatto, diminuire lo stipendio attuale, considerando che i dipendenti sono chiamati a lavorare il 5% in più» evidenzia Mantovani. Una ‘pecora nera’ Agno o altri comuni stanno ultimamente, in tempi di crisi, scegliendo questa strada? «C’era stato, nel Mendrisiotto, un paio di anni fa Coldrerio, ma tutto si era fermato. E adesso ad Agno vediamo... Attendiamo che l’Amministrazione comunale ci risponda spiegandoci il perché di una decisione che resta ingiustificata. Se è per un motivo economico un ente pubblico come Agno non mi sembra che navighi in cattive acque e quindi non si capisce al di là di tutto perché si utilizzi proprio questo strumento di risparmio, che tocca il personale. Se è invece una mossa politica, dovranno risponderne politicamente».