Ponte Chiasso, ‘i locali vanno chiusi’
Non sembra avere dubbi Vittorio Nessi, magistrato comasco di lungo corso, consigliere comunale d’opposizione in predicato di diventare presidente della Commissione sicurezza di Palazzo Cernezzi: “Il problema di Ponte Chiasso, causato dai giovani e giovanissimi ticinesi, se è così come mi è stato rappresentato lo si risolve solo in un modo”. Come? “Si impone la chiusura del locale o dei locali che, pare, vendono alcolici anche ai minori, divieto che peraltro si può aggirare facilmente, per una questione di ordine pubblico. Tutte le altre soluzioni prospettate sono armi spuntate”. Quanto succede nei fine settimana a Ponte Chiasso non è una novità. In passato ci sono stati problemi non indifferenti. La possibilità di pagare una consumazione 5 euro, quando a Lugano, Mendrisio, Chiasso e dintorni può arrivare a costare 15 franchi, è il motivo del “pendolarismo della sbronza”, degli schiamazzi e dei bisogni fatti per strada, che ha fatto salire le (giustificate) potreste degli abitanti della zona. Lunedì della prossima settimana il Consiglio comunale di Como esaminerà la mozione del consigliere d’opposizione Alessandro Rapinese e la richiesta di Sergio De Santis (Fratelli d’Italia), di intervento da parte delle autorità svizzere. Ciò che propone Rapinese coincide con quanto sostiene De Santis: presidio mobile di polizia locale, ampliamento dell’illuminazione pubblica e installazione di videocamere. Per De Santis il problema “è soprattutto di competenza svizzera, tenuto conto della provenienza della maggior parte di questi giovani”. Cosa potrebbero fare le autorità svizzere, per ora, non è dato sapere. M.M.