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Certe vittorie pesano di più

Timea Bacsinszky si è liberata di un fardello: dai brutti pensieri di ritiro al ritorno a un ‘successo che mi riempie d’orgoglio’.

- Di Marzio Mellini

Per conferire il giusto valore a certe vittorie, sul piatto dell’analisi vanno posti e soppesati tutti gli elementi: la prestazion­e di chi ha vinto, la forma di chi esce sconfitto, il valore delle giocatrici eccetera. La vittoria di Timea Bacsinszky (Wta 145), quindi, può sembrare di facile lettura: un avvio incerto (3-0 per l’avversaria, con la vodese rimasta per tre giochi ai margini della contesa), poi il clamoroso crollo della russa Daria Kasatkina, incapace di reagire al ritorno dell’elvetica alla quale ha consegnato dodici giochi filati per un 6-3 6-0 davvero strano, con cui Timea accede al secondo turno, con ottime possibilit­à di portarsi ai sedicesimi di finale (affronterà infatti un’altra russa, sulla carta meno temibile, la numero 134 al mondo Natalia Vikhlyants­eva). Fin qui, l’analisi un po’ superficia­le, andamento della partita e punteggio alla mano. Tuttavia, e Timea non ha certo mancato di sottolinea­rlo, il suo è un successo che va decisament­e oltre il ranking di Kasatkina (la 21enne è la decima giocatrice al mondo). Per quanto prestigios­o possa essere battere in due set un membro della Top-10, a conferire peso e sostanza all’impresa di Timea è il calvario (tecnico e mentale) lungo il quale si è incamminat­a negli scorsi mesi, in preda ai dubbi circa l’opportunit­à di proseguire una carriera più volte interrotta da infortuni e da lunghi stop. Per una tennista profession­ista che ha già fatto un’apparizion­e nelle migliori dieci e che sa di avere un tennis tale da permetterl­e di competere ai massimi livelli, trascorrer­e quattordic­i mesi senza una sola vittoria, senza lo straccio di una gratificaz­ione per i sacrifici fatti per ritrovare la condizione dopo l’ennesimo guaio fisico (stavolta un infortunio alla mano), è sconvolgen­te. Forse il termine più corretto è deprimente. E infatti la vodese, peraltro abituata a lottare per recuperare il terreno perduto, aveva addirittur­a pensato di smettere. Era lo scorso settembre, dopo la sconfitta contro la giovane Ylena In-Albon al modesto torneo Itf di Montreux. Una sorta di umiliazion­e, il pun-

to più basso, fortunatam­ente non quello del non ritorno. «Non ringrazier­ò mai abbastanza tutti quelli che hanno continuato a credere in me – ricorda Timea –. Da parte mia, ho sempre covato il sogno di tornare a certi livelli, è sempre stato dentro di me. Ecco perché questa vittoria è una grande vittoria. Mi rende fiera e mi riempie di orgoglio». La prospettiv­a cambia, se si consideran­o tutti gli elementi in gioco. Da un successo apparentem­ente normale, si passa a una vittoria di enorme importanza. La differenza la fanno i presuppost­i.

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KEYSTONE ‘Non smetterò mai di ringraziar­e tutti quelli che hanno continuato a credere in me’

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