Gedda, la Supercoppa avvelenata
Oggi Juve-Milan tra mille polemiche sulle violazioni dei diritti delle donne
Come se non bastavano le polemiche in merito alle violenze e ai cori razzisti di molte tifoserie organizzate, il calcio italiano si ritrova immerso nella polemica pure a seguito della finale di Supercoppa in programma quest’oggi a Gedda (Arabia Saudita) tra Juventus e Milan. Pomo della discordia proprio la sede della partita, in una nazione nella quale i diritti delle donne sono sistematicamente violati. Questa sera, è vero, per la prima volta le donne saudite potranno recarsi allo stadio per assistere a una partita internazionale di calcio, ma l’accesso allo stadio sarà loro consentito soltanto nel settore riservato alle famiglie, mentre tutti gli altri saranno appannaggio degli uomini. Il tema è stato subito cavalcato a fini propagandistici dagli schieramenti più fortemente anti-islamici del panorama politico italiano, ma è pur vero che in questo caso la Lega calcio non ha brillato per coerenza: poche settimane fa ha portato avanti un’iniziativa di sostegno alla lotta contro la violenza sulle donne, mentre ora si reca senza problemi in Arabia Saudita, dove le donne non possono passeggiare da sole se non accompagnate da uno chaperon (ed è solo una delle innumerevoli restrizioni che ancora le riguardano). Le polemiche sulla scelta di Gedda non potevano non chiamare in causa l’assassinio del giornalista saudita Jamal Khashoggi, ucciso a inizio ottobre nel consolato saudita di Istanbul. Così, un sindacato della Rai, l’emittente che trasmetterà una sfida già disputata dieci volte al di fuori dei confini italiani (Cina, Stati Uniti, Qatar e Libia) aveva chiesto un cambiamento della sede. In campo è scesa anche Amnesty International, la quale ha chiesto a Juventus e Milan di boicottare la Supercoppa a seguito dell’assassinio di Khashoggi e della costante violazione dei diritti dell’uomo. E pure le catene televisive Bein Sport ed Eleven Sport hanno chiesto alla Lega di rivedere la sua scelta, accusando la saudita beoutQ di pirataggio. La Lega ha però trovato appoggio nel presidente del Coni, Giovanni Malagò, il quale ha denunciato «un trionfo dell’ipocrisia. La Lega è un’entità di diritto privato che pubblica un bando di gara. E la migliore offerta è stata quella dell’Arabia Saudita. Se questa partita non andava giocata lo si sarebbe dovuto dire in anticipo. Il nostro Paese ha numerosi scambi commerciali con l’Arabia Saudita, ma questo non ha mai scandalizzato nessuno», ha affermato Malagò. Dal canto loro i giocatori si dicono lontani dalla polemica politica... «Noi giochiamo dove ci dicono di giocare – ha affermato Massimiliano Allegri –. E poi ci sono state delle aperture, le donne possono venire allo stadio. Bisogna guardare il lato positivo della faccenda».