Auto elettriche, gli incentivi traballano
C’è un secondo rapporto sul credito da tre milioni da destinare a chi intende acquistare un’auto elettrica. Rapporto presentato dal socialista Bruno Storni sostenuto da Plr e Udc, e che vincola il sussidio alla dismissione di un’auto inquinante, oltre ad estendere gli incentivi alle vetture ibride e plug-in. Se quindi in un primo momento sembrava profilarsi un solo rapporto favorevole al messaggio del Consiglio di Stato del popolare democratico Lorenzo Jelmini, con la Commissione energia divisa a metà la richiesta di credito traballa, considerato che in parlamento sarà necessaria la maggioranza qualificata per l’una o l’altra soluzione. Se il governo – e il rapporto Jelmini – aveva preferito un sistema diretto per incentivare l’acquisto di auto a zero emissioni (1’250 veicoli), per Storni l’operazione dev’essere più complessa. Anche perché dal profilo ambientale “i benefici sarebbero microscopici” con 1’250 auto elettriche in più in circolazione. Anzi. Per “effettivi benefici”, Storni ritiene imprescindibile che “il richiedente” dimostri “l’avvenuta rottamazione oppure la messa fuori circolazione del veicolo di cui era precedentemente in possesso”. Così da avere “conseguenze neutre sul traffico che quotidianamente intasa le strade. Riteniamo indispensabile che lo Stato, utilizzando soldi della collettività, non aggravi questo problema, che dovrebbe semmai impegnarsi per risolvere o perlomeno migliorare”.