Baglioni atto secondo, buon gusto dal tramonto all’alba
Il meccanismo del voto viene oliato nel pomeriggio, così scorrevolmente che Alexander della stampa slovena dice: “Ma non si poteva creare un gruppo in Facebook e fare un bel sondaggio?”. L’acquario dei giornalisti chiamato ‘Roof’ è già affollato come fosse la finale. La grande festa della musica è aperta da ‘Via’ e il pistolotto del Claudio nazionale sull’armonia è chiuso da un “Buon viaggio, buon viaggio a tutti voi”. Nel Roof almeno mezzo migliaio di device accesi (“device”, il Festival è giovane, usiamo termini giovani) e “l’internet” è molto lento. La prima ovazione è per Nek con ‘Mi farò trovare pronto’: grande zio (il Festival è giovane). Lo splendido incubo di Zen Circus (‘L’amore è una dittatura’), Il Volo danno baci all’anima e noi rivalutiamo ‘Musica che resta’ (“Non s’interrompe un applauso”, dice Bisio, e l’ovazione sa già di vittoria). Alle 21.39, momento da teche Rai, con Bocelli e Baglioni in ‘Il mare calmo della sera’. A margine, babbo Andrea passa il chiodo in pelle del Sanremo 1994 al figlio Matteo, ufficializzando il passaggio di consegne. Daniele Silvestri aggiunge un altro mattone alla strada aperta da ‘L’uomo col megafono’. E il Roof scalda le mani. Lo stesso fa Bisio con i testi di Serra: “Passerotto non andare via era un’esortazione agli immigrati, e la cosa grave è che Baglioni l’ha detto prima che arrivassero”. E vai con “Migravamo come due gabbiani” e altri calembour tratti dal repertorio baglioniano, calati nel presente. Crozza nel 2014 che invitava gli italiani all’autostima è lontano, ma nemmeno poi tanto. Tutto è così oliato e di tale livello artistico che quasi riusciremmo a strapparci i capelli per Federica Carta. Il Baglioni atto secondo, con il direttore artistico ancor più defilato (e misurato nel ricordo di Fabrizio Frizzi) è degno prolungamento della scorsa edizione. E qui, in soffitta, ci sentiamo tutti “a casa di Claudio”, come se non ce ne fossimo mai andati. Quando arriva Giorgia a inondarci del suo talento ancora mancano 9 canzoni, e Achille Lauro e Arisa che tutti cantano a memoria. Perché, non l’avevamo scritto che si canta fino all’una di notte? (online, su tutto il resto). A proposito: la frase della serata è di Virginia Raffaele: “Salutiamo i Casamonica”. B.D.