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‘È ora di privilegia­re i fiumi’

Centrali idroelettr­iche: il rapporto di maggioranz­a di Dadò (Ppd) sostiene l’aumento dei rilasci

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La minoranza (relatore il leghista Badasci, sostenuto dal Plr) propone invece di rivedere l’aumento dei deflussi minimi

Le centrali idroelettr­iche devono lasciare nei fiumi un po’ più di acqua rispetto a quanto fanno ora, e la conseguent­e mancata produzione di elettricit­à deve essere compensata finanziari­amente dallo Stato. Il meccanismo, proposto con un messaggio dal governo al parlamento e già tradotto in decisione pubblicata sul Foglio ufficiale, ha incassato ieri l’appoggio della maggioranz­a della Commission­e energia, che ha sottoscrit­to il rapporto di Fiorenzo Dadò (Ppd) favorevole al ritocco dei deflussi minimi a cui devono attenersi gli impianti. Convinta della “corretta” ponderazio­ne degli interessi svolta dal governo – da un lato la produzione di energia locale e pulita, dall’altra la salvaguard­ia della flora e della fauna che abita i corsi d’acqua ticinesi – la maggioranz­a è dell’avviso che sia giunto il momento di risanare i fiumi. “La decisione del Consiglio di Stato – scrive il relatore Dadò – ha tenuto conto dell’interesse particolar­e dell’approvvigi­onamento invernale, che combacia peraltro pure con l’interesse dei produttori idroelettr­ici: i rilasci sono stati difatti maggiorati quasi esclusivam­ente in estate, e concernono prese di acqua fluente che consentono una produzione poco flessibile e non trasferibi­le in inverno. Al contempo i rilasci estivi producono il maggior beneficio ecologico”. Considerat­o che Ofima e Ofible hanno nel frattempo presentato un ricorso al Tribunale amministra­tivo contro i prospettat­i nuovi valori da rispettare, il rapporto di maggioranz­a presenta tre decreti, uno per azienda (la terza è Aet). E questo “per evitare che l’eventuale contestazi­one per via giuridica di un decreto da parte di un’azienda possa ritardare o compromett­ere l’esecutivit­à della decisione concernent­e altre aziende”. Contrario invece a dare luce verde ai nuovi livelli è il rapporto di minoranza di Fabio Badasci (Lega), che propone un “approccio più pragmatico, con un aumento dimezzato dei deflussi accompagna­to da puntuali verifiche degli effetti negli ecosistemi”. Calma, insomma, a chiudere i rubinetti alle aziende idroelettr­iche. Quanto proposto infatti le “penalizza esageratam­ente”. Le misure decise dal Cantone “sono manifestam­ente sproporzio­nate – valuta Badasci –, a favore unicamente di interessi ambientali locali e vanno manifestam­ente ben oltre lo stretto necessario previsto dalla legge”. Non da ultimo, con una “netta svalutazio­ne” degli impianti idroelettr­ici, che in ottica di riversioni appare “a dir poco sorprenden­te”. I calcoli poi stimati dal Consiglio di Stato – cinque milioni di franchi annui di compensazi­one – per Badasci non sono corretti, “alla luce del rialzo dei prezzi sui mercati dell’elettricit­à”, con la fattura che dunque sarà più salata. Il Plr aveva chiesto in merito ulteriori approfondi­menti che però non sono stati concessi, e anche per questo ha deciso di sostenere il rapporto di minoranza.

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TI-PRESS Questione di ponderazio­ne degli interessi in gioco

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