Banca Mondiale Nuovo fronte
Washington – Non Ivanka, come qualche testata aveva insinuato: sarà David Malpass l’uomo di Donald Trump alla Banca Mondiale. Ma se l’ipotesi di vedere la first daughter indicata per un incarico tanto importante aveva generato una certa ilarità, quella di Malpass ha già messo in allarme i multilateralisti dentro e fuori l’amministrazione. Fedelissimo di Trump e già al servizio di Ronald Reagan e George H. W. Bush, Malpass è al momento il sottosegretario al Tesoro per gli affari internazionali. Di lui si ricordano gli apprezzamenti severissimi nei confronti della Banca Mondiale stessa, che peraltro aveva spinto a sospendere l’erogazione di prestiti a favore della Cina. Nella scelta di Malpass – uno degli uomini chiave nelle trattative fra Washington e Pechino – molti hanno perciò individuato una nuova offensiva di Washington nei confronti di Pechino. La sua nomina, se ufficializzata da Trump, dovrà essere approvata dal board di 12 membri della Banca Mondiale. Gli Stati Uniti avrebbero già avviato contatti con i Paesi europei comunicando la loro scelta e assicurandosi il loro via libera. Per una tradizione non scritta da quando la Banca Mondiale è stata fondata il presidente è un americano, mentre il direttore del Fondo Monetario Internazionale è un europeo. L’attesa è ora per la reazione dei Paesi emergenti, che reclamano da tempo più voce e più potere in un’istituzione concepita proprio per sostenerne i programmi di sviluppo: potrebbero presentare una loro candidatura alla guida della Banca Mondiale. “Quello di cui la Banca Mondiale ha bisogno dinnanzi alle complesse sfide che si trova di fronte è qualcuno impegnato a sostenere il multilateralismo, che abbia una visione e che possa motivare l’istituzione. Malpass non ha nessuno di questi requisiti”, ha commentato l’ex rappresentante americana al board della banca Karen Mathiasen. “Mi auguro che il board consideri seriamente altre alternative”.