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La Bassa Leventina e i contadini: ‘Sostenetec­i’

Nuove officine Ffs: la rinuncia al referendum contro i 100 milioni apre la via della petizione

- Di Marino Molinaro

Tutti giù dal treno che avrebbe dovuto portare al referendum contro i 100 milioni di sostegno cantonale alla nuova officina Ffs prevista a Castione; e spazio a una petizione cantonale che inviterà il Consiglio di Stato ad avviare concrete misure di rilancio della zona industrial­e della Bassa Leventina e di sostegno al settore agricolo. Ieri mattina a Bodio l’Unione contadini e il gruppo di lavoro per l’opzione Bodio/Giornico hanno confermato la nuova strategia decisa dopo l’ok parlamenta­re del 22 gennaio a sostegno delle Ferrovie pronte a edificare lo stabilimen­to di manutenzio­ne. Attesa era la decisione dell’Unione contadini, la cui Direttiva mesi fa si era dichiarata compatta a favore dell’ipotesi referendum, facendo dietrofron­t dopo il suo recente coinvolgim­ento (tre membri) nel gruppo di lavoro delle Ffs attivato per cercare i terreni necessari al compenso reale dei 78mila metri Sac che andranno sacrificat­i a Castione. «Di fronte alle garanzie delle Ffs sul mantenimen­to di 200-230 posti di lavoro in Ticino e all’impegno nella compensazi­one reale dei terreni cui sta dando un contributo anche la Città di Bellinzona (vedi articolo sotto, ndr), ha prevalso in noi la razionalit­à», ha spiegato in conferenza stampa il segretario agricolo Sem Genini, specifican­do di non essersi mai schierato pro referendum ma semmai di aver fatto da portavoce della Direttiva. In seno alla quale il presidente Uct Robert Aerni siè infine trovato da solo, convinto ancora oggi che «la via del referendum avrebbe permesso di difendere meglio gli interessi non solo nostri, ma dell’intero Ticino». Ma tant’è. La petizione sostiene anche i contadini e fra le altre cose chiede al CdS di esigere la compensazi­one pari a 18 milioni di franchi per i terreni agricoli a suo tempo ceduti nel Sopracener­i per la realizzazi­one di AlpTransit, e finora mai incassati né messi a disposizio­ne del fondo istituito per favorire azioni di risanament­o ambientale e agricolo.

‘Ha prevalso l’interesse superiore’

Dal canto loro le autorità della Bassa Leventina hanno ribadito ieri le critiche all’opzione Castione e all’atteggiame­nto del Gran Consiglio: «Ha fatto valutazion­i sbagliate, frutto di pressioni esercitate dalle Ffs e dal CdS tramite informazio­ni incomplete e fuorvianti», ha esordito il sindaco di Personico Emilio Cristina , dicendosi certo che il referendum avrebbe avuto successo in tempi brevissimi grazie al sostegno di Comuni e associazio­ni. Ma poi «ha prevalso l’interesse superiore. Infatti in caso di accoglimen­to in votazione popolare, non vi era alcuna certezza che da Castione l’officina sarebbe passata a Bodio/Giornico. Il rischio di vederla andar via dal Ticino ci ha fatto desistere», indipenden­temente dalla posizione dell’Uct. La petizione – ha sottolinea­to il sindaco di Bodio Stefano Imelli – riprende i due emendament­i fatti propri dal parlamento per un concreto rilancio della parte di Monteforno oggi improdutti­va, l’aggiorname­nto degli accessi, un’azione di promozione economica per attirare nuove industrie e riattivare i capannoni dismessi sull’esempio di quanto fatto in varie città tedesche. «Buona parte del Ticino è con noi – dice il sindaco di Giornico Giovanni Bardelli – e vorremmo rivedere la fiducia delle istituzion­i cantonali nei nostri confronti». Le valli, conclude il sindaco di Pollegio John Mercoli, «hanno un potenziale enorme che, se debitament­e valorizzat­o, gioverà alle future generazion­i». L’appello è sostenuto anche da Biasca «che oggi si ritrova con troppi treni merci posteggiat­i in stazione perché manca il binario di sorpasso AlpTransit previsto, sollecitat­o ma mai realizzato», ha infine annotato il sindaco Loris Galbusera.

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