‘È stata usura per mestiere’
Chiusa l’istruzione penale per un 42enne e una 50enne italiani accusati di aver sfruttato una ventina di operai in diversi cantieri del Sottoceneri
A oltre un anno dall’arresto, il 13 dicembre 2017, di un 42enne e di una cinquantenne, entrambi cittadini italiani residenti nel Luganese, il Ministero pubblico ha fatto sapere in un comunicato stampa di aver chiuso l’inchiesta. Contro il titolare e l’impiegata di un’impresa edile attiva nel Sottoceneri sono state promosse le accuse di usura per mestiere, subordinatamente di usura. Secondo quanto rivelato dalla Procura le parti coinvolte sono state informate della conclusione dell’istruzione penale. In particolare il procuratore pubblico Moreno Capella ha richiamato gli articoli 157, cifra 2, e 157 del Codice penale. Le imputazioni – evidenzia il magistrato nella nota inviata ai media – riguardano lo sfruttamento, la remunerazione e l’impiego di una ventina di operai nel periodo compreso tra la metà del 2015 e la fine del 2017, operai che erano attivi in diversi e piccoli cantieri del Sottoceneri. Alle parti coinvolte nel procedimento penale, ancora secondo quanto reso noto dal Ministero pubblico, è stato fissato un termine di alcune settimane per presentare eventuali istanze probatorie. Da una prima ricostruzione, di cui avevamo già riferito su ‘laRegione’ del 15 dicembre 2017, l’uomo e la donna avrebbero fatto firmare ai dipendenti un contratto che rispettava quello collettivo in vigore, ma poi ‘negoziavano’ con gli indifesi manovali salari ben inferiori, in linea in particolar modo con quelli erogati nella vicina penisola. Secondo le prime verifiche degli inquirenti, si parla di 13 euro all’ora. Quale giochetto, i due si intascavano la differenza facendo la cresta sulle buste paga. È stato questo uno dei numerosi casi di caporalato e sfruttamento di operai attivi soprattutto nei cantieri edili, non solo del Sottoceneri ma di tutto il Ticino.