Serve personale medico
Il numero di medici in forze alla Clinica psichiatrica cantonale (Cpc) di Mendrisio andrà rivisto. O almeno oggi una “valutazione su un adeguamento delle risorse mediche appare oggettivamente necessaria”. Il Consiglio di Stato (CdS) non ha potuto fare a meno di trarre questa conclusione; soprattutto a fronte dell’evoluzione dei ricoveri negli ultimi anni. La statistica ospedaliera svizzera mostra come la Clinica, a parità di giornate di cura, conti “più dimissioni rispetto a quasi tutte le altre cliniche psichiatriche svizzere”. In effetti, fa sapere il Cantone rispondendo agli interrogativi del deputato Massimiliano Ay (Mps-Pc), la degenza media è diminuita. Del resto, si riconosce, negli ultimi anni l’attività della Cpc si è “parecchio modificata”. A registrare un incremento, in particolare nel 2017, sono state tanto le giornate di cura – 47’200, +4,8% –, quanto il numero di ammissioni, salito, nello stesso anno, a 1’725 (+22%). Ad aumentare poi sono state pure le persone ammesse: passate da 961, nel 2015, a 1’151 nel 2017 (+19,7%). Tirate le somme, dal confronto, annota il CdS, è risultato che “sia in base al parametro del numero di dimissioni, sia in base a quello delle giornate di degenza, il numero dei medici attivi presso la Cpc, attualmente di 20,4 unità a tempo pieno, risulta sensibilmente inferiore alla densità degli altri istituti”. Una situazione alla quale si è ovviato, per ora, con iniezioni di personale grazie a trasferimenti interni. Su due punti sollevati da Ay il Cantone si mostra categorico. Innanzitutto, non trova riscontro la domanda su un’eventuale ‘fuga’ di medici dal pubblico al privato, non fra gli assistenti. In secondo luogo, “non vi è una condizione di sovraffollamento”. Detto altrimenti, “non vi sono mai stati casi di persone non accolte in Cpc per un ricovero in ambito stazionario e dettato da sofferenza psichica in atto”. Tra gennaio e novembre 2018 il tasso di occupazione letti è stato dell’85,1%.