Dragon trainer, un amore di film
Quando si hanno dei bei personaggi – e il vichingo Hiccup e il drago Sdentato lo sono certamente – e un film di successo – e il primo ‘Dragon trainer’, nel 2010, lo fu – non sempre l’industria cinematografica resiste alla tentazione del sequel a tutti i costi. Il che vuol dire tanti film ma niente idee originali, raccontando sempre la stessa storia con alcune minime variazioni e trasformando quei bei personaggi in macchiette. Restando nell’ambito dei film d’animazione, lo abbiamo visto con le serie di ‘L’era glaciale’ e, seppur in misura minore, con ‘Shrek’. Ed è una piacevole sorpresa trovare autori – in questo caso Dean DeBlois e Chris Sanders – che non solo partono dalle idee, ma hanno anche il coraggio di far crescere i propri personaggi e di dare una conclusione alla saga. Già, perché difficilmente dopo questo ‘Dragon trainer: il mondo nascosto’ avremo altri film di quello che – a proposito di coraggio – è uno dei franchise più redditizi del cinema d’animazione: il finale, molto delicato ma sul quale non diremo altro per non rovinare la sorpresa, non pare lasciare vie aperte. Tornando a Hiccup e Sdentato, nel terzo capitolo della saga il vichingo e il drago dovranno affrontare le responsabilità, rispettivamente, di capovillaggio e di capo di tutti i draghi: un nuovo e inquietante nemico – il cacciatore di draghi Grimmel, doppiato in originale da F. Murray Abraham, dignitosamente reso in italiano da Massimo Lodolo –, un drago femmina della stessa specie di Sdentato e, soprattutto, il fallimento dell’utopica convivenza pacifica tra umani e draghi. Tecnicamente notevole, il film – se piace il genere, ovviamente – merita di essere visto al cinema. Magari dopo aver ripassato i due episodi precedenti, per quanto – altro elemento di merito – si riesca a godere il film anche senza aver presente gli antecedenti. IAS