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Evviva i libri Ma le idee nuove?

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Per ogni amante della lettura, la notizia di un nuovo festival dedicato al libro non può che essere una buona notizia. Fra una settimana, dunque, a Muralto ci sarà un’occasione in più per incontrare degli scrittori, scoprire ciò che fanno gli editori di questa regione e, forse, lasciarsi sorprender­e da uno o più libri. Un «piccolo mondo, giovane ma proprio per questo aperto, dinamico e ricco di idee», dice Renato Martinoni, direttore artistico. L’idea, se abbiamo ben capito, è quella di ampliare la rosa di eventi della Primavera Locarnese. Si era partiti nel 2013 con i due appuntamen­ti principali – L’immagine e la parola a Locarno e gli Eventi letterari ad Ascona – completati da un terzo programma, Youtopia, dedicato a un pubblico giovane, e fin da subito apparso un tantino nebuloso. In seguito, come utopia si è progressiv­amente arresa alla realtà; prima contraendo il programma, poi eliminando­lo del tutto. Ora, sette anni dopo, forti dell’esperienza acquisita, si punta su un nuovo formato, piccolo ma chiaro nei suoi contenuti. Dunque, la Primavera Locarnese oggi si presenta così: un festival dedicato al libro (con un’apertura verso il cinema), uno alle relazioni fra cinema e letteratur­a e uno alla letteratur­a di respiro internazio­nale. Come detto, in una regione che conta una decina di manifestaz­ioni dedicate alla letteratur­a, gli amanti dei libri non si possono lamentare (al limite discutere su come viene dato seguito, ad esempio sul Monte Verità, all’«amore» per i libri, ma è un altro discorso). Questo programma, pur frutto di uno slancio nobile, non ci pare però risolvere il problema che più angustia il Festival del film: invecchiar­e con il pubblico. E forse, in questo scenario, l’Immagine e la parola così com’è, con i suoi raffinati riferiment­i cine-letterari, tende ad apparire come un doppione. Si vuole davvero provare ad incontrare un pubblico giovane, esplorare le nuove forme di cultura dell’immagine di cui esso sempre più si nutre, dalla serialità tv-web all’universo inesplorat­o della narrazione videoludic­a (i cosiddetti “videogioch­i”)? Adesso, crediamo, è il momento di osare.

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