Beat Feuz: ‘La forma c’è, anche in superG’
Lunedì nel tradizionale incontro con la stampa pre-evento a ‘casa Svizzera’, Beat Feuz era l’unico presente del quartetto elvetico selezionato per il superG. Ha infatti scelto una via alternativa (da Innsbruck) per giungere ad Åre, precedendo di molte ore l’arrivo dei compagni di squadra Mauro Caviezel, Marco Odermatt e Thomas Tumler, il cui viaggio ha subìto importanti ritardi a causa delle avverse condizioni meteorologiche. «Anche per me non tutto è filato per il verso giusto – ha spiegato il bernese, giunto in Svezia con la compagna Katrin e la figlioletta Clea –. Siamo rimasti in ballo quindici ore, siamo arrivati lunedì alle tre del mattino. Tutto fuorché ottimale, ma pur sempre meglio di quello che è successo agli altri». Nella libera, Feuz è senza dubbio uno dei grandi favoriti, ma ritiene di avere una possibilità di ben figurare anche in superG. «La forma c’è, anche in questa disciplina, ma non posso certo ritenermi soddisfatto dei risultati ottenuti in Coppa del mondo. Le condizioni di gara che vi ho trovato non mi hanno agevolato». A Bormio Feuz è giunto sesto (miglior risultato stagionale), dopo di che ha ottenuto piazzamenti tra il decimo e il diciannovesimo posto. A Kitzbühel è stato eliminato. Più forte di lui, quantomeno a inizio stagione, si è dimostrato Mauro Caviezel, terzo a Lake Louise e secondo a Beaver Creek, salvo poi calare nel rendimento una volta fatto ritorno in Europa. Quanto a Marco Odermatt – con i suoi 21 anni di gran lunga il più giovane del quartetto – a Bormio fu ottavo. Lo scorso marzo nelle finali di Åre sorprese tutti con l’undicesimo rango. L’ottimismo di Feuz, l’eccellente avvio di stagione di Caviezel e i progressi palesati da Odermatt non bastano, però, a fare degli atleti rossocrociati una squadra in grado di lottare per il podio, per il quale i candidati sono almeno una dozzina. Tuttavia le sorprese sono dietro l’angolo: basti ricordare, in tal senso, che i cinque superG disputati in Coppa del mondo hanno sempre avuto un vincitore diverso. Un dato che fa ben sperare molti atleti, elvetici compresi.