Ermotti: tutti in pensione a 72 anni
Segue da pagina 17 (...) devono essere performanti, multitasking, veloci e precisi. Tanto che alle poche vacanze ci arriviamo sfiniti. Se ci arriviamo. Perché sempre più spesso siamo confrontati a burnout, malattie del lavoro, disturbi psichici. Il mondo di Lisa, 27 anni, sarta, con due bambini piccoli da crescere da sola. A cui propongono posti di lavoro al 100% a fr. 2’000/2’200 lordi al mese. Che deve pagare un appartamento sussidiato (che presto non lo sarà più) di fr. 1’500, spese comprese. A cui sono stati tagliati quasi 800 franchi mensili di assegni famigliari integrativi e di piccola infanzia. Lisa, che deve quindi richiedere tra mille ostacoli burocratici l’aiuto sociale per sopravvivere con un minimo vitale che nessun Ceo riesce nemmeno ad immaginarsi. Il Ceo di Ubs nella stessa intervista afferma che “il prossimo grande conflitto non riguarderà più la ridistribuzione tra ricchi e poveri, ma tra le generazioni”. Forse è vero. Ma se il mondo economico e i partiti politici di destra continueranno a portare avanti le politiche di questi ultimi anni, molto prima assisteremo a ben altri conflitti. Diversi segnali indicano che crescono la frustrazione, il disagio, la paura e di conseguenza crescono la chiusura, il razzismo e la rabbia. E crescono i partiti e i movimenti che usano elettoralmente queste emozioni. La sicurezza la si ottiene mantenendo un sistema di sicurezza sociale solido, salvaguardando la giustizia sociale e una certa redistribuzione della ricchezza. Ma questo aspetto il sig. Ermotti probabilmente lo sa bene. Lo hanno appena affermato preoccupati i vertici del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale. E allora mi viene un dubbio. Non sarà che questa “sparata” sull’età pensionabile a 72 anni assomigli a quella di un’altra Ceo, Philomena Colatrella della cassa malati Css, che qualche mese fa ha proposto di alzare la franchigia minima LaMal fino a fr. 10’000? Non sarà mica che la destra liberista Plr-Udc mandi in avanscoperta intoccabili supermanager a “spararla grossa”, per poi far passare come proposta moderata l’aumento della pensione a 67 anni e rispettivamente l’aumento della franchigia minima di cassa malati a fr. 500? Probabilmente non lo sapremo mai. Chiedo però gentilmente al signor Ermotti, alla signora Colatrella e a tutti gli esponenti di un certo mondo economico, di evitare questo tipo di approcci cinici verso la “gente”, quella del Nano per intenderci, ma senza distinzioni di origine e di colore. La nostra democrazia ha bisogno più che mai di solidarietà, giustizia sociale, ridistribuzione della ricchezza e di un sistema di sicurezza sociale forte e… umano.