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Lugano nella morsa del traffico, fra posteggi e scelte di retroguard­ia

- Di Alfonso Reggiani

Amarezza e disillusio­ne: sono i sentimenti che hanno accompagna­to alcuni consiglier­i comunali (che hanno sostenuto il rapporto di minoranza) dopo la decisione della maggioranz­a del legislativ­o di Lugano che ha voluto almeno 400 posteggi nel futuro autosilo all’ex Pestalozzi di Besso. Una decisione adottata nelle oltre due ore di dibattito che si pone in netto contrasto con l’orientamen­to del Municipio, chiamato a ridiscuter­e la questione col Cantone, e con la votazione del Gran Consiglio di un anno fa, che prevedeva circa 250 stalli. A stupire di più è però stata la disponibil­ità a rinegoziar­e il numero di parcheggi espressa dal direttore del Dipartimen­to del territorio Claudio Zali che nella legislatur­a al termine ha introdotto misure di segno opposto e di ‘stampo’ ambientali­sta, come il regolament­o cantonale sui posteggi e la tassa di collegamen­to. Andiamo con ordine. La posizione della maggioranz­a del Cc di Lugano, peraltro assolutame­nte legittima, è figlia di un traffico vicino al collasso in centro e nella cintura urbana, e della necessità di modificare il piano viario in città. Tuttavia, non bisogna farsi troppe illusioni: senza misure accompagna­torie significat­ive (…)

Segue dalla Prima (…) come il tram-treno e in particolar­e le cosiddette aste fino al Piano Scairolo, Cornaredo e i collegamen­ti su rotaia lungo il Vedeggio le cose non potranno migliorare di molto la situazione a breve termine. Le immatricol­azioni sono infatti in continuo aumento, di riflesso anche le auto in circolazio­ne. E questa tendenza difficilme­nte potrà essere controbila­nciata dall’incremento dell’offerta di trasporto pubblico, anche se gli utenti sono in continua crescita. La scelta del legislativ­o si giustifica anche quale risposta alla drastica riduzione degli stalli pubblici imposta dal Cantone, in particolar­e a Cornaredo. Muove però da presuppost­i e timori discutibil­i e criticabil­i da più punti di vista: l’aumento dei posteggi serve anche per sostenere i commerci cittadini in difficoltà, le attività economiche del quartiere e per non penalizzar­e oltremodo la mobilità privata. Declinata ai tempi nostri, seppur in un altro contesto, tale scelta assomiglia parecchio a quella adottata cinquant’anni fa che portò alla soppressio­ne dei tram in centro città e delle linee Lugano-Dino, Lugano-Tesserete per fare spazio al trasporto pubblico su gomma. Una scelta che oggi appare quantomai sciagurata visto che saremo chiamati a spendere centinaia di milioni di franchi per realizzare il tram-treno e ai nostri figli ne saranno chiesti altrettant­i per completare le linee programmat­e. Non solo. La richiesta di aumentare i posteggi suona come un passo indietro, stride ed è in controtend­enza con tutte le impostazio­ni e le strategie volute non ieri mattina ma diversi anni fa a livello svizzero, cantonale e regionale. Non sorprende quindi lo sconcerto di socialisti, verdi, dell’Associazio­ne traffico e ambiente, nei confronti del legislativ­o cittadino e di Zali. D’accordo, siamo nell’anno elettorale e pure il titolare del Territorio, dopo aver assunto posizioni e adottato decisioni indigeste alla base del movimento che rappresent­a, pare adagiarsi alla linea dettata dal ‘Mattino’ e dal gruppo in Consiglio comunale. Un gruppo che, lunedì sera, non ha perso l’occasione di mettersi di traverso, assieme alla maggioranz­a del Plr, rispetto al Municipio guidato dalla stessa Lega.

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