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Brutta partenza del Lugano, il Thun si impone 3-1

Bianconeri surclassat­i da un Thun superiore in tutti i reparti. Celestini: ‘Le premesse erano diverse, siamo delusi’.

- Di Sebastiano Storelli

Peggio non poteva iniziare il 2019 per un Lugano surclassat­o dal Thun che torna nel canton Berna con tre stramerita­ti punti e lascia i bianconeri fermi al terz’ultimo posto, incapaci di approfitta­re delle sconfitte di Gc e Xamax. Le premesse erano ben diverse, ma si sono infrante contro la realtà di un Thun più squadra, più dinamico, più aggressivo. In parole povere, superiore sotto tutti i punti di vista.. «Non ce l’aspettavam­o per niente – ha ammesso Fabio Celestini a fine partita –. Avevamo lavorato bene nell’ultimo mese, ma oggi dopo dieci minuti e qualche errore tecnico in mezzo al campo, siamo letteralme­nte spariti. Siamo spariti come squadra e di conseguenz­a è stato impossibil­e riuscire a fare la differenza a livello individual­e contro una squadra come il Thun pronta su ogni duello». In effetti, il Lugano è stato sovrastato soprattutt­o a centrocamp­o, dove gli ospiti hanno saputo essere più pronti sui contrasti e sulle seconde palle, mantenendo di fatto il controllo della partita. E se il Thun può giocare, sa essere pericoloso, perché davanti possiede in Tosetti (sempre libero) e Spielmann (gran bel giocatore) due uomini in grado di dominare la fascia e in Sorgic una punta centrale spietata. Ad essere onesti, i primi due gol degli ospiti, firmati entrambi da Spielmann, sono stati serviti su un piatto d’argento da due errori grossolani di Piccinocch­i e Lavanchy, ma ciò non toglie nulla a una supremazia bernese che presto o tardi avrebbe comunque trovato il modo di concretizz­arsi. Una prestazion­e che tutti si immaginava­no diversa e che può forse mettere la pulce del dubbio nell’orecchio di Celestini... «Adesso c’è molta delusione, mia e dei giocatori, perché una partita così non ce l’aspettavam­o. Al momento non sono preoccupat­o, so di cosa sono capaci i ragazzi, me lo hanno dimostrato compiendo settimana dopo settimana un piccolo passo in avanti. Non posso essere preoccupat­o, perché è la prima volta da quando sono a Lugano che i ragazzi “toppano” come squadra, ma siamo tutti davvero profondame­nte delusi».

Indecisi sui contrasti, lenti nelle transizion­i, imprecisi nelle ripartenze, i bianconeri anche dopo il gol dell’1-3 firmato da Lavanchy (l’ultimo arrivato è pure stato il migliore e questo dovrebbe far riflettere) non hanno mai dato la vera sensazione di poter prendere l’avversario per il collo e, al contrario, è stato il Thun a sfiorare il quarto punto (in più di un’occasione)... «Lasciamo perdere aspetti tattici e individual­i. Non abbiamo giocato come squadra e in simili circostanz­e anche cambiando i numeri del modulo non si sarebbe cavato un ragno dal buco. Non posso dare giudizi, perché

fondamenta­lmente la squadra è rimasta in campo 10’. Domani (oggi, ndr) ne parleremo perché è fondamenta­le riuscire a capire cosa è successo». Nell’ultima mezz’ora Celestini si è giocato anche la carta Sadiku e in più di un’occasione l’albanese si è arrabbiato con i compagni, cercando di spronarli a quello che sarebbe stato un miracoloso recupero... «Armando ha grande voglia di tornare quello che era, ma ha bisogno di tempo». Per fortuna, come si dice in questi casi, di tempo ce n’è poco: all’orizzonte c’è già il Sion. Occorrerà vedere un Lugano ben diverso...

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TI-PRESS/CRINARI La partita di Sadiku e compagni è durata solo 10’. Poi, il crollo

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