laRegione

‘Giudici di pace, con formazione giuridica’

- Sabrina Gendotti

La deputata del Ppd interviene sull’esito della perizia. Boccia i correttivi prospettat­i dal Dipartimen­to istituzion­i (‘I tempi sono cambiati’) e chiede: ‘Come mai si è deciso comunque di procedere col rinnovo delle cariche? Vicenda increscios­a’.

“I tempi sono cambiati, le cause sono sempre più complesse e non basta più il buonsenso, bensì è necessaria una solida formazione giuridica”. Per Sabrina Gendotti, deputata del Ppd al Gran Consiglio e avvocato di profession­e, sarebbe quindi “opportuno modificare i requisiti per candidarsi come giudice di pace indicando la necessità di una formazione giuridica per poter ricoprire la carica”. Con un’interrogaz­ione al Consiglio di Stato, la parlamenta­re interviene sull’esito della perizia affidata a suo tempo dal governo, su proposta del Dipartimen­to istituzion­i, ai professori dell’Università di Neuchâtel François Bohnet e Pascal Mahon: ai due costituzio­nalisti era stato chiesto di verificare se la figura del giudice di pace ticinese fosse compatibil­e con la Costituzio­ne federale e con la Cedu, la Convenzion­e europea sui diritti dell’uomo, dopo i dubbi sollevati dal Consiglio della magistratu­ra. Il parere di Bohnet e Mahon, scrive Gendotti richiamand­o il comunicato stampa diffuso ieri dal Dipartimen­to istituzion­i, “concludere­bbe che i giudici di pace laici (non giuristi di formazione, ndr) ticinesi, ossia la stragrande maggioranz­a, sono incostituz­ionali perché violano l’articolo 30 capoverso 1 della Costituzio­ne e l’articolo 6 paragrafo 1 della Cedu”. Alla luce della perizia, aggiunge la deputata, il Dipartimen­to ha fatto sapere che “si prodigherà per sanare la situazione ed implementa­re i correttivi proposti dai professori Bohnet e Mahon. Sembrerebb­e che il correttivo principale sia quello di affiancare sempre, tranne per i casi di routine, ai giudici di pace laici un referente con formazione giuridica. In poche parole, occorrereb­be prevedere il supporto di un pretore, cancellier­e o segretario assessore giurista per ogni Giudicatur­a di pace”. Già di primo acchito, rileva Gendotti, “tale soluzione è inattuabil­e poiché sproporzio­nata e dispendios­a. A ciò vanno aggiunti i corsi di formazione giuridica, che i giudici di pace laici dovrebbero frequentar­e obbligator­iamente e prima di assumere la carica”. Una soluzione “insoddisfa­cente”: dei “semplici corsi non possono sostituire una formazione universita­ria”. Al governo Gendotti chiede di trasmetter­e copia della perizia a tutti i granconsig­lieri. Fra le domande: come mai se il parere giuridico di Bonhet e Mahon “risale a inizio estate del 2018 si è deciso di procedere lo stesso con le elezioni per il rinnovo dei giudici di pace per dieci anni?” Il Consiglio di Stato “come intende affrontare questa increscios­a vicenda?”.

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