Il discorso ‘a zig zag’ di Trump
Toni a tratti concilianti, ma la sostanza non cambia. Ribadita la linea dura sull’immigrazione.
Washington – Promosso dai telespettatori, bocciato dai democratici. Donald Trump nel suo secondo discorso sullo stato dell’Unione tenuto davanti al nuovo Congresso gioca la carta dell’appello bipartisan, invitando le forze politiche a unirsi per uscire dalla situazione di stallo che ha portato allo shutdown più lungo della storia. E per trovare una soluzione condivisa al confine col Messico, senza rinunciare al muro promesso ai suoi elettori: «Si farà», ribadisce. Ma Trump, che ha annunciato il suo secondo summit con il leader nordcoreano Kim Jong-un (si terrà in Vietnam il 27-28 febbraio), sferza anche gli avversari che minacciano di votare l’impeachment: «Basta con le vendette, le stupide guerre politiche e le indagini ridicole e di parte», perché – ammonisce – sono queste che bloccano il futuro del Paese. Alle sue spalle la speaker della Camera Nancy Pelosi, dimostratasi già un osso duro per il presidente, alza gli occhi al cielo, mentre in aula scuotono la testa tanti di quelli che sfideranno il tycoon nel 2020, dalla senatrice Kamala Harris al senatore Cory Booker. Quello del tycoon – che ieri ha nominato un ‘falco’, il fedelissimo David Malpass, sottosegretario al Tesoro Usa per gli affari internazionali e veterano delle amministrazioni di Ronald Reagan e George H. W. Bush, per guidare la Banca Mondiale – è un discorso che molti osservatori definiscono ‘a zig zag’, che in oltre un’ora alterna inusuali toni conciliatori con quelli di sfida a lui più congeniali, con lo sguardo ormai rivolto all’appuntamento del 2020 in cui in gioco c’è la rielezione. I sondaggi dicono che oltre il 70% degli americani ha apprezzato il messaggio di Trump e il suo tentativo di accreditarsi come presidente capace di muoversi tra le linee di partiti. Nancy Pelosi, sua principale interlocutrice in Congresso, ha stroncato invece l’intervento: «Ci vorranno giorni per controllare tutte le falsità e le rappresentazioni ingannevoli fatte dal presidente», compresa quella di una nuova «terribile invasione» di immigrati in arrivo dal Centro America. «Invece di generare paura – incalza Pelosi – il presidente dovrebbe impegnarsi a firmare la legge bipartisan per tenere aperto il governo e trovare soluzioni intelligenti per la sicurezza».