Aria fresca per Cremorasco
Il patriziato di Camorino ha avviato una raccolta fondi per ristrutturare la capanna Per le opere di rinnovo servono circa 217mila franchi. Previsti lavori di sistemazione interna, del prato e della zona boschiva adiacente al rifugio.
Non è detto che si debba scarpinare delle ore in mezzo al bosco per godere di un bel panorama. Sopra Camorino, dalla capanna Cremorasco, da un lato si possono scorgere le isole di Brissago e dall’altro il monastero di Claro. Essendo raggiungibile in poco tempo da più direzioni, la meta è ideale anche per le famiglie. Il rifugio (situato a 1095 metri d’altitudine) necessita però di un generale ammodernamento, per rispondere alle esigenze odierne degli escursionisti. È per questo che il patriziato di Camorino che gestisce la capanna ha avviato una campagna di raccolta fondi sulla piattaforma di crowdfunding online progettiamo.ch. «L’obiettivo è valorizzare la struttura e la rete di sentieri attorno, in modo da garantire maggiore comfort e accessibilità agli escursionisti», spiega Pietro Ghisletta, presidente del patriziato di Camorino. «Ci piacerebbe far scoprire questo bel luogo del Bellinzonese ancora poco conosciuto», aggiunge. Ragion per cui si vuole dare una ‘rinfrescata’ alla capanna per renderla più attraente agli occhi dei visitatori. Il progetto prevede la sistemazione interna dello stabile, che da quasi 25 anni non subisce modifiche e ristrutturazioni. È quindi ora necessario eseguire dei lavori per ammodernare il bagno, la cucina, le camere e i locali magazzino. Anche le capanne alpine sono sempre più al passo coi tempi: «Chi va in montagna cerca certe comodità, come una presa per caricare il telefono», rileva Ghisletta. Nella parte esterna è prevista anche la sistemazione del prato e della zona boschiva, poiché l’avanzamento delle piante non permette più di scorgere la capanna e pian piano il prato sta scomparendo. Oltre agli aspetti estetici c’è il rischio che uno degli abeti crolli sulla capanna, sarà quindi necessario tagliare alcune piante nei pressi del rifugio.
Mancano 167mila franchi
Per procedere con le opere di rinnovo, la cifra totale necessaria per i lavori è di circa 217mila franchi, 50mila sono già stati raccolti. L’obiettivo del patriziato – spiega Ghisletta – è di iniziare i lavori in settembre, la licenza edilizia è già stata approvata, mancano ancora i fondi: circa 167mila franchi. Oltre alla gestione della capanna, il patriziato, in collaborazione con la Città di Bellinzona, si occupa anche della pulizia dei sentieri e del mantenimento del prato adiacente. E il primo di agosto, con la Pro Camorino, lì organizzano una festa con polenta offerta ai presenti. La capanna ha dieci posti letto, è aperta tutto l’anno (le chiavi si possono ritira- re allo Snack bar Doble di Camorino) e la prenotazione non è obbligatoria. La struttura dispone di una cucina abitabile con possibilità di cucinare a gas o a legna e di un servizio igienico con doccia. Mentre all’esterno si trova un camino con una griglia. La costruzione, di proprietà del locale patriziato, fin dagli anni antecedenti la Prima guerra mondiale, veniva utilizzata come alpeggio. Il rifugio serviva da riparo per le persone e a differenza di altre costruzioni rurali, lì gli animali venivano lasciati all’esterno. Dalla capanna del Cremorasco è possibile fare diverse escursioni: gli amanti della storia possono inoltre visitare le trincee scavate poco sopra il rifugio dalle truppe agli ordini del generale Wille durante la Prima guerra mondiale. Le trincee sono un frammento di una linea di difesa più ampia che si estendeva dalla zona del passo San Jorio fino a Magadino e a Gordola.