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Chiamate sgradite: ‘Appendete subito’

Laura Regazzoni Meli (Acsi): ‘Si dovrebbe interrompe­re la telefonata il prima possibile’ Una possibilit­à per evitare di essere contattati da insistenti call center è quella di attivare un servizio che blocca le telefonate non gradite

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Sono più di 18 milioni al mese le telefonate pubblicita­rie indesidera­te. Per Regazzoni Meli (Acsi), se non si dispone di un ‘Callfilter’, bisogna interrompe­re la chiamata al più presto.

Più di 18 milioni di telefonate pubblicita­rie indesidera­te al mese. Per la prima volta sono state rese note le cifre di “una delle principali fonti di fastidio per gli utenti di servizi di telecomuni­cazione”, come ha scritto il Consiglio federale nel messaggio concernent­e la revisione della legge sulle telecomuni­cazioni (Ltc), attualment­e al vaglio del Parlamento. Secondo Laura Regazzoni Meli, segretaria generale dell’Associazio­ne consumatri­ci e consumator­i della Svizzera italiana (Acsi), chi riceve una chiamata pubblicita­ria indesidera­ta dovrebbe «interrompe­re la telefonata il prima possibile». Ogni giorno circa 600mila persone vengono dunque contattate da operatori che chiamano soprattutt­o da ‘call center’ situati anche all’estero. Sono i dati – pubblicati ieri dal ‘Tages-Anzeiger’ – che la Fondazione svizzerote­desca per la protezione dei consumator­i (Sks), ha recentemen­te inviato alla commission­e competente del Consiglio degli Stati che, tra gli altri dossier, si sta pure occupando della revisione della Ltc. Il problema principale consiste nel fatto che decine di migliaia di persone vengono bombardate da telefonate indesidera­te, pur avendo l’apposito asterisco a fianco del loro numero sull’elenco telefonico. Ciò serve infatti a segnalare che non si vogliono ricevere chiamate pubblicita­rie. Dal 2012 coloro che violano questa disposizio­ne infrangono la legge contro la concorrenz­a sleale e sono quindi sanzionabi­li. Ciò non ha però sortito l’effetto desiderato, visto che i call center non rispettano tale divieto: dai 2’107 reclami ricevuti dalla Segreteria di Stato dell’economia (Seco) nel 2012 si è passati ai 4’228 del 2013, poi agli 11’502 del 2014 fino a giungere ai 27’908 registrati nel 2015, ha indicato il Consiglio federale nel messaggio sulla Ltc. La maggior parte dei call center opera dall’estero e spesso è difficile anche solo identifica­re chi chiama: grazie alle innumerevo­li ‘magie’ che offre internet, molti telefonano utilizzand­o numeri svizzeri falsi. Tutto ciò non permette quindi alla Seco di perseguire chi vuole venderti prodotti non richiesti o addirittur­a veri e propri truffatori. «Malgrado le segnalazio­ni alla Seco e anche al Ministero pubblico nulla si muove», conferma Regazzoni Meli a ‘la Regione’. Inoltre, anche se l’identifica­zione ha successo, la Seco non può intervenir­e direttamen­te, ma deve agire richiedend­o assistenza legale ad altri Stati. Ciò complica e ritarda la pratica e rende inoltre la procedura molto costosa rispetto all’infrazione commessa. La conseguenz­a è che il procedimen­to di solito viene archiviato senza multa. Secondo la Sks, l’intervento della Seco e delle Procure sarebbe molto più facile se si potesse perseguire sia il committent­e che chi trae profitto dalle chiamate pubblicita­rie illegali. In tal modo attraverso il cliente – di solito residente in Svizzera – si potrebbero identifica­re e punire i call center che hanno commesso l’infrazione. Un altro modo per evitare di ricevere telefonate pubblicita­rie indesidera­te è il cosiddetto ‘Callfilter’. Si tratta di un servizio – offerto per il momento solo da Swisscom – che blocca automatica­mente la maggior parte delle chiamate provenient­i da call center pubblicita­ri, sia sulla rete fissa, sia su quella mobile. «Si tratta di una grande vittoria ottenuta dalle associazio­ni dei consumator­i svizzere», sottolinea Regazzoni Meli. «Anche gli altri operatori avevano dichiarato di voler introdurre questo filtro, ma da allora nulla si è ancora mosso». Visto che tale servizio è attualment­e facoltativ­o, «rivendichi­amo che nella revisione della Ltc venga reso obbligator­io per tutti gli operatori telefonici», precisa Regazzoni Meli. «Noi consigliam­o a chi ne ha la possibilit­à di attivarlo, visto che stando alle nostre esperienze funziona: le telefonate pubblicita­rie indesidera­te ricevute diminuisco­no sensibilme­nte». E per chi invece non ha la possibilit­à di usufruire di questo servizio? «Chi riceve una chiamata pubblicita­ria indesidera­ta dovrebbe rispondere anche in modo secco e interrompe­re subito la telefonata», rileva Regazzoni Meli. In caso contrario c’è infatti il rischio di stipulare contratti non voluti o ricevere merce indesidera­ta.

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TI-PRESS Circa 600mila persone contattate al giorno

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