laRegione

Interinali da moderare

In Ticino il tema è molto sentito tanto che ci sono iniziative per evitare abusi

- Di Generoso Chiaradonn­a

Intanto in riva al Lago Lemano swissstaff­ing canta vittoria su una misura analoga decisa dal locale Gran Consiglio sugli appalti pubblici

Il ricorso a manodopera interinale in Svizzera è in crescita da alcuni anni. Da modalità per far fronte a picchi di produzione o ad assenze prolungate del personale in organico all’impresa, è diventata una vera e propria strategia aziendale che aumenta la precarietà. Lo ha denunciato ancora una volta l’Ocst questa settimana. L’immagine del lavoro interinale come un trampolino di lancio verso un contratto a tempo indetermin­ato è totalmente in contrasto con l’esperienza che i lavoratori hanno, ha affermato Renato Ricciardi, segretario dell’Organizzaz­ione cristiano sociale ticinese che ha fatto l’esempio di aziende che ingaggiano una parte rilevante di personale a prestito o che assumono via agenzia interinale lo stesso lavoratore per sei o sette anni o addirittur­a di imprese che dispongono di un’agenzia interinale interna. Inoltre, sempre secondo l’Ocst – ma la stessa obiezione l’avanza anche Unia – il lavoro interinale è offerto in modo prepondera­nte a stranieri (quasi il 90% degli interinali ticinesi). Nel giro di pochi anni gli interinali sono più che raddoppiat­i: da 4’520 del 2000 a 10’830 del 2013 e la tendenza al rialzo non si è certamente fer-

mata negli ultimi anni. Tentativi di mettere un argine a questa prassi, legale sì, ma socialment­e non accettabil­e sono stati fatti a livello di parti sociali (nell’edilizia, almeno in Ticino, si sono posti dei paletti condivisi, ndr) e anche a livello legislativ­o con l’accettazio­ne di un’iniziativa parlamenta­re a firma dei deputati Giorgio Fonio e Lorenzo Jelmini, entrambi sindacalis­ti dell’Ocst, e che chiede in sostanza di fissare percentual­i massime di interinali per tutte le imprese, enti e attività che ricevono sussidi o aiuti dal Cantone (ospedali, musei, asili nido eccetera). «Principio ancorato nella Legge sugli appalti pubblici che non è ancora entrata in vigore», ci spiega Giorgio Fonio. «La nostra iniziativa non vieta il ricorso ai lavoratori interinali, ma chiede sempliceme­nte che un’impresa che riceve soldi pubblici passi prima dagli Uffici regionali di collocamen­to e solo dopo dalle agenzie interinali. Una proposta di buon senso, credo», continua Fonio il quale afferma che «non dobbiamo sorprender­ci se la cittadinan­za è diffidente nei confronti della libera circolazio­ne delle persone. Se tutte le proposte che mirano a migliorare le condizioni del mercato del lavoro locale vengono respinte, è ovvio che emergano sentimenti anti-europei». Il riferiment­o è alle tensioni sull’accordo tra Svizzera e Unione europea. «Concordo con il mio segretario cantonale Renato Ricciardi: senza misure di accompagna­mento adeguate, allora è meglio far cadere la libera circolazio­ne delle persone», chiosa Fonio.

A Ginevra vincono le agenzie

Nel Cantone di Ginevra, nell’estate del 2017, sono state introdotte limitazion­i all’assunzione di interinali nel regolament­o di applicazio­ne sulle commesse pubbliche. A inizio dicembre la Corte costituzio­nale di Ginevra ha sancito che tale limitazion­e viola la libertà economica (sentenza cresciuta in giudicato a fine gennaio, ndr). Una decisione che soddisfa swissstaff­ing, l’associazio­ne di categoria delle agenzie che a suo tempo aveva annunciato ricorsi analoghi contro le iniziative ticinesi.

 ?? TI-PRESS ?? Nell’edilizia un tentativo è stato fatto
TI-PRESS Nell’edilizia un tentativo è stato fatto

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland