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Bozza verde A2-A13, i dettagli

Inviato all’Ufficio federale dell’ambiente il progetto da 1,48 miliardi di franchi; i lavori dureranno otto anni e l’opera sarà pronta nel 2035

- di Serse Forni

Cento ingegneri hanno impiegato 60mila ore (con un costo attorno ai nove milioni di franchi) per definire il progetto di massima della nuova autostrada tra Bellinzone­se e Locarnese. La realizzazi­one spetterà alla Confederaz­ione, che diventerà proprietar­ia dell’arteria nel 2020. Nei giorni scorsi i piani aggiornati di quella che viene chiamata la “Bozza verde” sono stati inviati all’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam), che nei prossimi mesi li farà passare al pettine fine. «Da questa analisi ci attendiamo un riscontro positivo – ha spiegato ieri, nel corso di un incontro con i giornalist­i, il direttore del Dipartimen­to del territorio Claudio Zali –. Il progetto in territorio ticinese ha già superato lo scoglio della consultazi­one e risulta ampiamente condiviso. La versione affinata, dopo l’esame dell’Ufam, sarà pronta per fine anno. La consegnere­mo al Consiglio federale a inizio 2020. È sicurament­e la miglior soluzione possibile, senza compromess­i di spesa». Il costo per la realizzazi­one (a carico della Confederaz­ione) sarà di 1,48 miliardi di franchi e l’opera, se tutto procederà speditamen­te, sarà pronta per il 2035 (previsti 8 anni di cantiere). Il capoproget­to Nicola Guidotti ieri ha svelato i dettagli (una gallery dei “rendering” è su

www.laregione.ch). Ecco, raccontato a parole, il viaggio futuro sulla nuova autostrada. A Bellinzona sud si entra in una galleria artificial­e di circa 400 metri, che passa sotto l’attuale “tirata” di Sant’Antonino. Si sbuca al semisvinco­lo verso Cadenazzo (con possibilit­à di raggiunger­e i centri commercial­i) e quindi si entra subito nella galleria principale in roccia: due canne lunghe 7 chilometri con, ciascuna, una corsia di percorrenz­a e una di emergenza. Dopo circa quattro minuti si esce a Quartino, dove è previsto un altro semisvinco­lo, per allacciars­i al Gambarogno. Si imbocca quindi un viadotto di 400 metri, che – 50 metri ad est dall’attuale strada – passa sopra il Ticino, sulle golene e sui campi agricoli, per scendere verso lo svincolo di Riazzino (a lato dell’attuale rotonda). Uno svincolo, questo, con congiunzio­ni tra cantonale e autostrada e con una rotatoria sopraeleva­ta.

Vantaggi non solo ambientali

Un progetto di massima, che – come specificat­o da Guidotti – offre numerosi vantaggi: «Il viadotto sul Ticino, ad esempio, migliora la situazione esistente a livello naturalist­ico, eliminando l’attuale cesura. Inoltre a Quartino saranno recuperati ampi spazi verdi, alcuni anche per le Bolle di Magadino. A Sant’Antonino, in accordo con Comune e Patriziato, è stata

adottata una soluzione (la galleria artificial­e) che salva terreno agricolo. Di più: l’attuale strada cantonale sarà ridimensio­nata nel calibro, alberata e affiancata da una ciclopista e dal marciapied­e». Il migliorame­nto della qualità di vita di chi oggi abita nelle località attraversa­te dall’attuale strada cantonale sarà evidente:

i transiti quotidiani scenderann­o da 30mila a 4mila. Lo “stradonino” verso Gudo diventerà strada agricola e ciclopedon­ale. Nel corso della fase di consultazi­one sono arrivate 26 osservazio­ni: diverse sul nodo di Sant’Antonino, ora “sciolto” con la galleria artificial­e. Il tunnel in roccia, invece, è stato leggerment­e allungato, per evitare problemi geologici e per salvaguard­are le sorgenti. Il materiale di scavo, circa 7 milioni di metri cubi, verrà trasportat­o su ferrovia fino ad Alabardia, in Gambarogno, caricato su chiatte e depositato nel lago per valorizzar­e alcune aree. Tra queste, diverse passeggiat­e e ciclopiste sulle rive.

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Il nuovo cavalcavia sul fiume e l’accesso del tunnel a Quartino

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