laRegione

Sul Venezuela, oggi

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Penso che ogni processo reale non possa essere esente da errori, fallimenti e contraddiz­ioni. D’altronde chi apre nuovi sentieri non ha né mappe né manuali a cui rifarsi. La storia che si fa concretame­nte nelle strade, nelle fabbriche e sul territorio è fatta di sudore, sangue e fango, ben diversa da quella che s’immagina nell’ambiente sterile di qualche aula universita­ria, pulpito di partito, tavola rotonda. Ciò non significa che queste esperienze non debbano essere sottoposte a critiche, anche serrate. Il principio vale anche per la Rivoluzion­e bolivarian­a, dove la generosità di chi la difende si scontra quotidiana­mente con la discontinu­ità materiale che c’è tra “stare al governo” e “stare al potere”. Da noi, tanto per fare un esempio, al governo ci sono alcuni partiti, al potere c’è l’economia finanziari­zzata che muove i partiti di governo. Quindi assenza completa di contraddiz­ioni gestionali. Ma c’è un tempo per la critica e uno per la solidariet­à incondizio­nata con chi viene aggredito, vilipeso, boicottato, e questo non è certo il momento di mettersi a disputare sugli errori, presunti o reali, del chavismo. Non è “campismo”, è internazio­nalismo. E chi non lo capisce può andare tranquilla­mente a... quel paese.

Carlo Curti, Lugano

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