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Clima e denatalità: conversion­e!

- Di Maurizio Agustoni, capogruppo Ppd

Greta Thunberg, fresca sedicenne, è oramai universalm­ente nota per il suo sciopero (scolastico) (…)

Segue dalla Prima (…) a causa del clima, tanto da essere stata invitata al vertice delle Nazioni Unite sui cambiament­i climatici e al Wef di Davos. Greta, probabilme­nte, è assai più matura dei suoi 16 anni; è comunque sorprenden­te, e per certi versi desolante, che l’opinione pubblica mondiale abbia dovuto farsi “spiegare” i rischi dei cambiament­i climatici da un’adolescent­e. L’impression­e è che lo stesso messaggio dato da un politico, da uno scienziato o da un attivista “adulto” non sarebbe risultato altrettant­o credibile. È un atteggiame­nto di sudditanza curioso, ma non del tutto inedito. Qualche tempo fa in un ospedale di Montpellie­r è stato aperto un centro dedicato ai genitori che ritengono di essere “tiranneggi­ati” dai loro bambini. Probabilme­nte questi fatti, così diversi da loro, sono sintomi di una società “adulta” esausta e profondame­nte sfiduciata. Dopo avere consumato tutte le possibile ideologie, bambini e ragazzi ci sembrano gli ultimi riferiment­i su cui orientare il nostro futuro. Parafrasan­do Marinetti, verrebbe da dire: “Figli, sola igiene del mondo!”. In questo senso leggo con particolar­e favore, su questo quotidiano, i ripetuti appelli di Andrea Ghiringhel­li all’impegno dei giovani in politica. Eppure, in un’epoca nella quale le nuove generazion­i godono di così grande consideraz­ione, la natalità è paradossal­mente ai suoi minimi storici. Il Ticino registra uno dei tassi di fertilità tra i più bassi del mondo, con appena 1,4 figli per donna, un dato talmente misero da neppure garantire il ricambio naturale della popolazion­e. L’emergenza demografic­a, almeno in Occidente, rischia di essere ancora più drammatica dell’emergenza climatica. Il clima, assieme ad altri fattori, ci parla del come si svolge la vita umana sulla Terra, la natalità ci dice se questa vita si svolgerà. Un basso tasso di natalità non ha solo conseguenz­e devastanti sul finanziame­nto delle assicurazi­oni sociali e del sistema sanitario, ma soprattutt­o sulla sopravvive­nza di una civiltà. Una società che smette di fare figli, si rassegna a vedere la dissoluzio­ne dei principi e valori sui quali si fonda. Lo storico inglese Arnold Toynbee ha scritto: “Le civiltà muoiono per suicidio, non per assassinio”. Per questo motivo la politica familiare deve essere al primo posto di qualsiasi agenda politica e la creazione di una famiglia deve essere favorita con qualsiasi strumento. Il Ticino è all’avanguardi­a nel sostegno alle famiglie (assegni, fiscalità ecc.), ma i numeri ci dimostrano che questo non è sufficient­e. Sarebbe però illusorio pensare che tutte le risposte possano provenire dallo Stato o dalla politica. Come per i cambiament­i climatici, occorrerà soprattutt­o una vasta “conversion­e” culturale che ci faccia pienamente prendere coscienza che il futuro si avvicina a grandi passi e sta per plasmare irrimediab­ilmente la nostra civiltà.

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