laRegione

Un concorso per piazza del Sole?

- Di Cristiana Storelli, architetto

La piazza del Sole di Bellinzona non è stata sempre così. E nemmeno è stata realizzata come (…)

Segue dalla Prima (…) prevista nelle intenzioni dell’architetto Vacchini. Ora è sempliceme­nte una piattaform­a per montare e smontare capannoni, erigere palchi, esporre automobili, formare una pista di ghiaccio per pochi giorni quando la pista c’è poco distante… per restare desolatame­nte vuota con apparizion­i di morbillo: uno spazio senza contenuti, semplice copertura di autosilo e basta. Vale la pena ricordare come quello spazio ha avuto nei tempi qualche significat­o, qualche contenuto e pure una funzione: protezione, difesa, mercato. Spazio fuori le mura. Quindi: perché oggi è auspicabil­e un concorso, un nuovo concorso? Immagino per dare significat­o a quello spazio che il tempo, lo sviluppo della città, le trasformaz­ioni ormai richiedono. Si intende una correzione? un ripensamen­to? un cambiament­o di rotta? (di chi?). Per rinfresco di memoria pongo qualche domanda che potrebbe essere utile, forse. La prima: come era il progetto Vacchini e perché non è stato eseguito seguendo i suoi piani originali? La seconda: durante gli scavi per l’autosilo sono venuti alla luce (e lo si sapeva!) reperti del passato, interessan­ti: dove sono finiti? Fotografie degli scavi e reperti sono esposti al secondo sotterrane­o, ma perché non sono stati rimessi in loco quale ricupero di memoria reale cosa che era facilmente attuabile? La terza domanda: perché non rileggere il (quartiere) centro storico della “nuova Bellinzona”, trovarne una centralità legando e cercando relazione con altri quartieri? Detto ciò, via all’immaginazi­one, finalmente, evitando di ricorrere o parlare di rispetto per un’opera che così come appare non ha molto di degno di rispetto.

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