laRegione

Armi, alt(r)i ufficiali per il ‘sì’

-

Non tutti i quadri dell’esercito sono contrari all’inasprimen­to della legislazio­ne sulle armi automatich­e, in votazione il 19 maggio. I Verdi liberali hanno istituito un comitato di favorevoli, che si distanzia dalla posizione adottata pochi giorni fa dalla Società svizzera degli ufficiali (Ssu). All’origine della decisione ci sono l’ufficiale e vicepresid­ente del partito, Pascal Vuichard, e il candidato al Consiglio di Stato lucernese Roland Fisher, ufficiale fuori servizio. “Gli accordi di Schengen e Dublino sono elementi centrali del percorso bilaterale”, scrivono i due in una dichiarazi­one diffusa ieri. Un ‘no’ al Decreto federale che traspone nella legislazio­ne elvetica il nuovo diritto europeo sulle armi li metterebbe in pericolo, con “conseguenz­e di vasta portata” per la Svizzera. Un buon rapporto con l’Ue è essenziale soprattutt­o dal punto di vista della sicurezza, proseguono i due esponenti del Pvl, rilevando come Berna abbia modificato la direttiva Ue sulle armi nel diritto svizzero con grande attenzione e pragmatism­o. L’Ue ha inasprito la legislazio­ne in materia di armi nei suoi Stati membri in seguito agli attentati di Parigi del novembre 2015. Le modifiche comprendon­o il migliorame­nto dello scambio di informazio­ni, la riduzione del traffico illecito e la limitazion­e dell’accesso ad armi particolar­mente pericolose. La Svizzera, in quanto associata allo spazio Schengen, ha ripreso le normative con una decisione del parlamento. L’Udc e varie associazio­ni di tiro hanno lanciato con successo un referendum. Oltre a non migliorare la sicurezza, credono che le nuove restrizion­i mettano in pericolo la tradizione elvetica del tiro.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland