E la marcia continua
Dopo il Davos, il Lugano mette sotto anche lo Zugo, tra gli applausi convinti. Mentre Merzlikins celebra un altro shutout.
Lugano – Tutti in piedi. Per i tre punti, senza dubbio fondamentali nell’ottica della rincorsa a un posto nei playoff, ma pure per il modo in cui arrivano. In una serata in cui il Lugano si scrolla di dosso buona parte delle sue paure, lottando su ogni disco sin dall’inizio e riuscendo a tener testa a uno Zugo che è una gran bella squadra davvero, e che, oltre a non concedere tempo al suo avversario, velocizza la sua azione tenendo sempre il puck in movimento. Alla fine, però, la seconda della classe è costretta ad arrendersi. A un pur incerottato Lugano, ma anche al compostissimo Elvis Merzlikins. Che non perde di vista un disco, e chiude pure la sua serata centrando – con merito – il suo quarto shutout della stagione, e addirittura il suo secondo consecutivo.
Intensità, movimento e tre gol. Tra cui quelli di Lajunen e Lapierre, a secco da settimane.
Intensità, idee e movimento. È questo ciò che decide di portare in pista il Lugano sin dai primi cambi. In una partita che ben presto si trasforma in un continuo su e giù, con i bianconeri che creano sì diverse buone occasioni per passare, ma sono pure un po’ vittime della loro foga, che sfocia anche in un paio di penalità evitabili. Finché, alla mezz’ora, ecco la svolta: Klasen ci crede sino in fondo e butta nel terzo offensivo un puck che si trasforma in oro, sul bastone di Bertaggia. La cui finta, divenuta ormai un marchio di fabbrica, lascia impietrito Aeschlimann, riserva di un Tobias Stephan nuovamente costretto a fare da spettatore. E su quel gol la partita camperà a lungo. Con il Lugano che, stavolta tra gli applausi convinti, avrà altre occasioni per allungare – e una delle più clamorose capita allo stesso Klasen all’inizio del terzo tempo –, mentre lo Zugo ne avrà altrettante per provare a cambiare le cose. A mettere tutti d’accordo, però, sarà la discesa nel terzo dello Zugo di un Lajunen che non è proprio uno sprinter, a quattro minuti scarsi dalla fine. Con il finlandese che, astutamente, prima di concludere si porta il disco sul rovescio della paletta del bastone, complicando così ancor di più le cose al povero Aeschlimann, che vede il disco sfuggirgli alle spalle. Poi, mentre lo Zugo gioca la carta della disperazione, togliendo il portiere a tre minutini dal sessantesimo, arriva il definitivo 3-0 di Lapierre a porta vuota. E se il canadese non segnava più dal 5 gennaio (8 partite), il finlandese era a secco dalla sera del 23 dicembre (13). La speranza è che possa essere questa, l’occasione giusta che aspettavano.