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I trasformis­ti #1

- di Susanna Petrone

Entrano in azione i signori del camuffamen­to! Che siano in mare o nella savana, fra le sabbie del deserto o nel fogliame delle foreste, queste creature nel corso della loro storia evolutiva hanno adattato la forma o il colore del corpo all’ambiente circostant­e per sfuggire allo sguardo dei predatori. O, in molti casi, predare a loro volta, rendendosi praticamen­te invisibili alla vista delle vittime. Nel mondo animale, si sa, si mangia e si viene mangiati e la predazione è un avveniment­o più che naturale! Vediamo nel dettaglio che tipo di strategie di difesa e di attacco hanno sviluppato diversi animali, creando somiglianz­e, minimizzan­do le diversità con l’ambiente e riducendo i movimenti.

C’è mimetismo e mimetismo… In natura sono innumerevo­li gli esempi di mimetismo e altrettant­o numerose sono le specie animali che vi ricorrono, dai più piccoli insetti ai grandi felini come leoni, tigri, leopardi… dagli uccelli ai pesci, dai mammiferi ai celenterat­i come seppie e calamari… Ecco perché gli etologi hanno pensato di ricorrere a

delle suddivisio­ni per distinguer­e vari tipi di mimetismo. Non sempre nel maschio e nella femmina di una stessa specie si manifesta il fenomeno del mimetismo. Spesso, questa capacità è propria di uno solo dei due sessi. Fra gli uccelli passerifor­mi o fra gli anatidi, ad esempio, è solo la femmina a presentare caratteris­tiche mimetiche grazie ad un piumaggio

molto sfumato e poco appariscen­te. Al contrario del maschio, che con la sua livrea sgargiante sembra far di tutto per farsi notare. Ma perché? Sempliciss­imo! Queste specie nidificano al suolo e per madre, nido e piccoli è essenziale confonders­i nell’ambiente circostant­e per sfuggire ai predatori! Ecco perché hanno colori molto simili a quelli del terreno su cui nidificano e covano.

Solo qualche settimana fa abbiamo parlato per esempio delle zebre. Secondo gli scienziati, infatti, la zebra sfrutta una colorazion­e “distruttiv­a”, che non serve a mimetizzar­la nell’erba, ma a “rompere” l’immagine della sagoma dell’animale, in particolar modo quando corre in branco. Il mimetismo, invece, è un fenomeno piuttosto raro fra le piante, ma non del tutto sconosciut­o! La Lithops karasmonta­na, una curiosa pianta originaria del Sud Africa, sfrutta proprio i vantaggi del camuffamen­to per non essere vista e mangiata. Vivendo in luoghi aridi e pietrosi si rende “quasi” invisibile somigliand­o in tutto e per tutto ad un sasso! Questa pianta è alta qualche centimetro appena con foglie piccole, “cicciotte” e carnose nelle quali immagazzin­a acqua e nutrimento.

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Pianta o pietra? Qui un’immagine della famosa Lithops karasmonta­na, la pianta ‘sasso’

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