laRegione

Iniziativa congelata

- Di Stefano Guerra

Non ci sarà alcun cambiament­o di paradigma nella pianificaz­ione del territorio in Svizzera. Popolo e cantoni ieri hanno respinto senza appello l’iniziativa dei Giovani Verdi che chiedeva di congelare a tempo indefinito la superficie delle zone edificabil­i. Berna però insiste su un’attuazione rigorosa della legge. E la seconda tappa della Lpt già scalda gli animi.

La superficie totale delle zone edificabil­i in Svizzera potrà continuare a crescere: non in maniera eccessiva e disordinat­a come fino a un recente passato, bensì in ossequio alle severe disposizio­ni della riveduta Legge sulla pianificaz­ione del territorio (Lpt). Popolo e cantoni non hanno voluto interferir­e nel processo di applicazio­ne della Lpt, accolta alle urne nel marzo 2013 – un anno dopo il ‘sì’ all’iniziativa sulle abitazioni secondarie – e in vigore dal 1o maggio 2014. Il ‘no’ all’iniziativa ‘contro la dispersion­e degli insediamen­ti’ dei Giovani Verdi – che mirava invece a congelare a tempo indetermin­ato la superficie totale delle zone edificabil­i ai livelli odierni – è stato netto (63,7%). Ma il rifiuto «non significa un ‘no’ alla protezione della natura e del paesaggio», ha puntualizz­ato la consiglier­a federale Simonetta Sommaruga (Ps). La cartina della Svizzera è tutta colorata di rosso. In Romandia e nelle regioni urbane il rifiuto è stato tendenzial­mente meno marcato. Nei cantoni di Ginevra e Neuchâtel (così come nel semicanton­e di Basilea-Città) si è andati vicino al pareggio; e nei due capoluoghi la percentual­e di ‘sì’ è stata addirittur­a superiore a quella dei ‘no’. Anche in altre città – grandi (Losanna) e meno (Friburgo, Bienne, La-Chaux-de-Fonds e Chiasso) – i favorevoli hanno prevalso, seppur di poco. Il Ticino (58,2% di ‘no’) si è posizionat­o tra le regioni in qualche modo più aperte alle rivendicaz­ioni dei Giovani Verdi. Idem il canton Zurigo, dove però ci si attendeva un rifiuto meno netto. Il Vallese (che nel 2013 fu l’unico cantone ad opporsi alla Lpt) ha spazzato via l’iniziativa (78,7%). Fortissima l’opposizion­e anche a Obvaldo, Nidvaldo, Svitto, Appenzello Interno e nei Grigioni.

‘Effetto Sommaruga’

Il risultato non è certo una sorpresa. In dicembre l’iniziativa raccogliev­a una maggioranz­a dei consensi nei primi sondaggi. Ma poi, a mano a mano che la campagna progrediva, il testo dei Giovani Verdi ha perso slancio. L’ampio fronte dei contrari (governo, parlamento, cantoni, partiti di centrodest­ra e organizzaz­ioni economiche) ha saputo evidenziar­e le lacune di un’iniziativa bollata come “radicale e controprod­ucente”, presentand­o al contempo convincent­i argomenti a favore di una Lpt che – per ammissione delle stesse associazio­ni che si battono per la protezione della natura e il paesaggio (cfr. sotto) – è una buona legge. Parecchia acqua al mulino del ‘no’ la deve aver portata Simonetta Sommaruga. Onnipresen­te in queste settimane, la neoministr­a dell’ambiente – che 11 anni fa faceva parte del comitato promotore dell’iniziativa per il paesaggio, dalla quale la Lpt trae origine – ha difeso con vigore la legge attuale. Il ‘Tages-Anzeiger’ ha persino parlato di un “SommarugaE­ffekt” contro l’iniziativa. La presidente dei Verdi Regula Rytz ieri ha rinfacciat­o alla consiglier­a federale socialista di aver diffuso paura anche tra i potenziali sostenitor­i. Ma anche nel campo socialista si è percepito poco entusiasmo: certo, il Ps raccomanda­va di votare ‘sì’; ma alcuni suoi esponenti di spicco (la ‘senatrice’ Pascale Bruderer, il consiglier­e nazionale Beat Jans) si sono espressi contro l’iniziativa.

30 aprile giorno x

In conferenza stampa Simonetta Sommaruga ha ricordato le conseguenz­e nefaste che l’iniziativa a suo parere avrebbe avuto: un trasferime­nto dell’attività edilizia verso le aree in cui oggi esistono ancora grandi superfici edificabil­i, ossia per lo più nei comuni rurali periferici; e il rischio di un aumento degli affitti nelle città. Secondo la consiglier­a federale, «buona parte della popolazion­e vuole che Confederaz­ione, Cantoni e Comuni prestino più attenzione alla pianificaz­ione e alla protezione della natura, ma respinge gli strumenti proposti dall’iniziativa». Il Consiglio federale si aspetta che la prima tappa della Lpt venga attuata in maniera rigorosa, ha aggiunto Sommaruga. Giorno x per Cantoni e Comuni è il prossimo 30 aprile: se entro tale data i primi non avranno ottenuto luce verde da Berna ai loro nuovi piani direttori, da adeguare alla Lpt, scatterà lo stop alla superficie delle zone edificabil­i su scala cantonale. «Certo non possiamo correggere tutti gli errori commessi nel passato, ma sarà importante evitare di commetterl­i di nuovo», ha rilevato la ministra dell’ambiente, garantendo che il principio della separazion­e tra zone edificabil­i e zone non edificabil­i sarà osservato nell’ambito della seconda tappa della revisione della Lpt (in questi giorni sui banchi del Parlamento). Perché «molte, troppe eccezioni sono state fatte in passato», ha aggiunto. «La perdita di territorio continuerà ad essere incoraggia­ta. È quindi necessaria una correzione», ha affermato il consiglier­e nazionale Thomas Hardegger (Ps/Zh). Luzian Franzini, co-presidente del comitato promotore, è deluso perché il traguardo minimo (40%) non è stato raggiunto. Ma «l’affluenza alle urne non è stata così bassa come temuto e abbiamo avviato una vivace discussion­e». L’iniziativa era «troppo radicale» e la popolazion­e ne era cosciente: se fosse stata accettata avrebbe congelato lo sviluppo economico del Paese, ha detto Jacques Bourgeois, direttore dell’Unione svizzera dei contadini e consiglier­e nazionale (Plr/Fr). Secondo il consiglier­e nazionale Thomas Egger (Ppd/Vs), il voto dimostra ancora una volta che l’elettorato non vuole «iniziative radicali che non possono essere attuate». Il Plr ha fatto sapere che analizzerà la situazione per chiarire se nuove misure siano necessarie.

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FONTE: ATS / INFOGRAFIC­A LAREGIONE

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