Iniziativa congelata
Non ci sarà alcun cambiamento di paradigma nella pianificazione del territorio in Svizzera. Popolo e cantoni ieri hanno respinto senza appello l’iniziativa dei Giovani Verdi che chiedeva di congelare a tempo indefinito la superficie delle zone edificabili. Berna però insiste su un’attuazione rigorosa della legge. E la seconda tappa della Lpt già scalda gli animi.
La superficie totale delle zone edificabili in Svizzera potrà continuare a crescere: non in maniera eccessiva e disordinata come fino a un recente passato, bensì in ossequio alle severe disposizioni della riveduta Legge sulla pianificazione del territorio (Lpt). Popolo e cantoni non hanno voluto interferire nel processo di applicazione della Lpt, accolta alle urne nel marzo 2013 – un anno dopo il ‘sì’ all’iniziativa sulle abitazioni secondarie – e in vigore dal 1o maggio 2014. Il ‘no’ all’iniziativa ‘contro la dispersione degli insediamenti’ dei Giovani Verdi – che mirava invece a congelare a tempo indeterminato la superficie totale delle zone edificabili ai livelli odierni – è stato netto (63,7%). Ma il rifiuto «non significa un ‘no’ alla protezione della natura e del paesaggio», ha puntualizzato la consigliera federale Simonetta Sommaruga (Ps). La cartina della Svizzera è tutta colorata di rosso. In Romandia e nelle regioni urbane il rifiuto è stato tendenzialmente meno marcato. Nei cantoni di Ginevra e Neuchâtel (così come nel semicantone di Basilea-Città) si è andati vicino al pareggio; e nei due capoluoghi la percentuale di ‘sì’ è stata addirittura superiore a quella dei ‘no’. Anche in altre città – grandi (Losanna) e meno (Friburgo, Bienne, La-Chaux-de-Fonds e Chiasso) – i favorevoli hanno prevalso, seppur di poco. Il Ticino (58,2% di ‘no’) si è posizionato tra le regioni in qualche modo più aperte alle rivendicazioni dei Giovani Verdi. Idem il canton Zurigo, dove però ci si attendeva un rifiuto meno netto. Il Vallese (che nel 2013 fu l’unico cantone ad opporsi alla Lpt) ha spazzato via l’iniziativa (78,7%). Fortissima l’opposizione anche a Obvaldo, Nidvaldo, Svitto, Appenzello Interno e nei Grigioni.
‘Effetto Sommaruga’
Il risultato non è certo una sorpresa. In dicembre l’iniziativa raccoglieva una maggioranza dei consensi nei primi sondaggi. Ma poi, a mano a mano che la campagna progrediva, il testo dei Giovani Verdi ha perso slancio. L’ampio fronte dei contrari (governo, parlamento, cantoni, partiti di centrodestra e organizzazioni economiche) ha saputo evidenziare le lacune di un’iniziativa bollata come “radicale e controproducente”, presentando al contempo convincenti argomenti a favore di una Lpt che – per ammissione delle stesse associazioni che si battono per la protezione della natura e il paesaggio (cfr. sotto) – è una buona legge. Parecchia acqua al mulino del ‘no’ la deve aver portata Simonetta Sommaruga. Onnipresente in queste settimane, la neoministra dell’ambiente – che 11 anni fa faceva parte del comitato promotore dell’iniziativa per il paesaggio, dalla quale la Lpt trae origine – ha difeso con vigore la legge attuale. Il ‘Tages-Anzeiger’ ha persino parlato di un “SommarugaEffekt” contro l’iniziativa. La presidente dei Verdi Regula Rytz ieri ha rinfacciato alla consigliera federale socialista di aver diffuso paura anche tra i potenziali sostenitori. Ma anche nel campo socialista si è percepito poco entusiasmo: certo, il Ps raccomandava di votare ‘sì’; ma alcuni suoi esponenti di spicco (la ‘senatrice’ Pascale Bruderer, il consigliere nazionale Beat Jans) si sono espressi contro l’iniziativa.
30 aprile giorno x
In conferenza stampa Simonetta Sommaruga ha ricordato le conseguenze nefaste che l’iniziativa a suo parere avrebbe avuto: un trasferimento dell’attività edilizia verso le aree in cui oggi esistono ancora grandi superfici edificabili, ossia per lo più nei comuni rurali periferici; e il rischio di un aumento degli affitti nelle città. Secondo la consigliera federale, «buona parte della popolazione vuole che Confederazione, Cantoni e Comuni prestino più attenzione alla pianificazione e alla protezione della natura, ma respinge gli strumenti proposti dall’iniziativa». Il Consiglio federale si aspetta che la prima tappa della Lpt venga attuata in maniera rigorosa, ha aggiunto Sommaruga. Giorno x per Cantoni e Comuni è il prossimo 30 aprile: se entro tale data i primi non avranno ottenuto luce verde da Berna ai loro nuovi piani direttori, da adeguare alla Lpt, scatterà lo stop alla superficie delle zone edificabili su scala cantonale. «Certo non possiamo correggere tutti gli errori commessi nel passato, ma sarà importante evitare di commetterli di nuovo», ha rilevato la ministra dell’ambiente, garantendo che il principio della separazione tra zone edificabili e zone non edificabili sarà osservato nell’ambito della seconda tappa della revisione della Lpt (in questi giorni sui banchi del Parlamento). Perché «molte, troppe eccezioni sono state fatte in passato», ha aggiunto. «La perdita di territorio continuerà ad essere incoraggiata. È quindi necessaria una correzione», ha affermato il consigliere nazionale Thomas Hardegger (Ps/Zh). Luzian Franzini, co-presidente del comitato promotore, è deluso perché il traguardo minimo (40%) non è stato raggiunto. Ma «l’affluenza alle urne non è stata così bassa come temuto e abbiamo avviato una vivace discussione». L’iniziativa era «troppo radicale» e la popolazione ne era cosciente: se fosse stata accettata avrebbe congelato lo sviluppo economico del Paese, ha detto Jacques Bourgeois, direttore dell’Unione svizzera dei contadini e consigliere nazionale (Plr/Fr). Secondo il consigliere nazionale Thomas Egger (Ppd/Vs), il voto dimostra ancora una volta che l’elettorato non vuole «iniziative radicali che non possono essere attuate». Il Plr ha fatto sapere che analizzerà la situazione per chiarire se nuove misure siano necessarie.