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Chi ringrazia gli ‘avi’ operai. Chi chiede un Dss ancora ‘azzurro’

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A Castione parlano anche i cinque candidati ‘azzurri’ al governo. Con il consiglier­e agli Stati Filippo Lombardi che vigila sul rispetto dei tempi («Cinque minuti a testa»). Apre le danze Alessandra Zumthor, che pone l’accento su famiglia («È la base della società, purtroppo è in crisi»), occupazion­e («Telelavoro e turni flessibili affinché mamma e papà possano occuparsi dei figli» ) e scuola («Riportare al centro il rapporto tra docente e allievo»). Per Michele Rossi «il Ppd è il partito del meglio» e in prospettiv­a «è necessario collaborar­e puntualmen­te, e al di là degli steccati partitici, con tutte quelle forze politiche che hanno veramente a cuore presente e futuro di questo Paese». Il populismo? «Il peggior nemico della nostra era». Elia Frapolli invita «a riscoprire l’animo umano, meno calcolator­e della politica: solo così è possibile riavvicina­re i cittadini alla politica». Raffaele De Rosa ringrazia chi, con sacrifici, gli ha permesso di formarsi. Ricorda così il padre «che lavorava alla Monteforno» e la madre «che lavorava in una fabbrica come cucitrice». Erano «persone umili, che lavoravano duro». Questo per dire che «siamo figli di quel benessere costruito dai nostri avi». E allora, aggiunge il sindaco di Riviera, «con le mani dei nostri vecchi sulle spalle e quelle dei nostri figli tra le nostre, possiamo fare grandi cose». Chiude Paolo Beltramine­lli :«Ci vorranno sempre più risorse per i nostri anziani, per la loro cura, per la loro previdenza. Ma dovremo evitare un fardello troppo pesante sui nostri giovani. Il Dipartimen­to sanità e socialità, il Dipartimen­to di tutti, sarà sempre più sollecitat­o. Ma è fondamenta­le che resti a guida Ppd». L’ultima parola alle urne. A.MA.

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TI-PRESS Filippo Lombardi e il presidente del Ppd svizzero Gerhard Pfister

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