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In Siria l’ultima roccaforte dell’Isis sta per cadere sotto i colpi delle forze curde-arabe filo Usa

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Damasco – Centinaia di miliziani dell’Isis asserragli­ati nell’ultimo bastione in Siria, nella provincia orientale di Dayr az Zor, si oppongono con ferocia all’avanzata delle forze filo-Usa, determinat­e a spazzare via lo Stato Islamico dal Paese. L’offensiva, in un fazzoletto di terra di pochi chilometri quadrati, è scattata sabato: in azione ci sono le Forze democratic­he siriane (Sdf), le unità curdo-arabe addestrate e armate dagli statuniten­si. Sul campo sono schierati anche numerosi militari americani. L’obiettivo è la conquista del villaggio di Baghouz AlFawqani, a due passi dal confine con l’Iraq. Si tratta di un’area di circa 4 kmq: nel 2014, quando Abu Bakr al Baghdadi si autoprocla­mò leader del ‘Califfato’ a Mosul, l’Isis dominava in Iraq e Siria territori grandi quanto la Gran Bretagna, ponendo sotto il proprio giogo oltre 7,5 milioni di persone. Nel villaggio ci sarebbero non meno di 600 jihadisti armati di razzi a tracciamen­to di calore, con i quali colpiscono i mezzi avversari, e non mancano le sortite, come quella della notte scorsa contro il secondo campo petrolifer­o più grande della Siria, quello di alOmar, riferisce l’Ondus citando proprie fonti. Per respingere l’attacco, che sarebbe costato la vita ad almeno 10 jihadisti, sono dovuti entrare in azione i caccia della Coalizione internazio­nale. Ma, stando alle fonti, alcuni comandanti dell’Isis avrebbero aperto una trattativa per ottenere un corridoio sicuro per uscire dal villaggio assediato. Alcuni si sarebbero consegnati alle forze filo-Iran.

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