Claro, monastero indipendente
Giornata storica per la comunità benedettina del monastero di Santa Maria Assunta sopra Claro, che dopo 48 anni torna a essere retto da una abbadessa. La celebrazione della benedizione abbaziale presieduta sabato dal vescovo Valerio Lazzeri è stata l’inizio di questo nuovo capitolo, che vede il monastero staccarsi dalla comunità fiorentina di Rosano, da cui dipendeva dal 1971, e riprendere il cammino indipendente. Numerosi i partecipanti alla toccante cerimonia, che hanno voluto dimostrare con la loro presenza la vicinanza in questo giorno speciale alla madre Maria Sofia Cichetti cui sono state consegnate le quattro insegne abbaziali: la croce pettorale, la regola di San Benedetto, l’anello e il pastorale. Il vescovo ha voluto ricordare nella sua omelia che la nuova abbadessa ha ricevuto questo titolo «non perché semplicemente a lei dev’essere dato più potere o al monastero di Claro più importanza e visibilità esterne, bensì per curare e rendere ancora più esplicita questa radice evangelica della vita monastica e della vita cristiana: l’esperienza di quella singolare filialità suscitata dallo spirito di Cristo nella Chiesa, la possibilità concreta di una fraternità tra esseri umani, dipendente unicamente dal dono di grazia e non dalle caratteristiche comuni naturali, che possono a volte anche esserci, ma perlopiù mancano quando ci troviamo a vivere insieme». «La nomina – ha spiegato l’abbadessa in un’intervista rilasciata alla ‘Regione’ il25 gennaio – non era né attesa, né pensata, né desiderata. È qualcosa che è venuto dal cielo. Sono tranquilla, anche se sento la grande responsabilità di questo compito. Una responsabilità spirituale, morale, pratica e di guida nei confronti delle sorelle. Perché un’abbadessa deve pensare a tutto. Non solo agli aspetti religiosi, ma anche alla vita quotidiana, ai rapporti con il mondo esterno e a tutte le questioni relative alla casa, che è immensa».