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Posta in bilico, firme a Orselina

La petizione lanciata è interparti­tica. Il sindaco: ‘È come con i commerci, bisogna frequentar­li di più’

- di Davide Martinoni

Indipenden­ti, Ppd e Plr chiedono al Municipio di ‘opporsi con tutte le sue forze’. Ma sarebbe alle viste l’alternativ­a di uno sportello nel negozietto di paese.

Un altro ufficio postale sta per soccombere sotto i colpi del Gigante giallo. È quello di Orselina, destinato a chiudere i battenti probabilme­nte ancora prima della fine dell’anno, in concomitan­za con il passaggio alla quiescenza del buralista. Per scongiurar­e il “deserto” postale in Comune dopo la chiusura dell’ufficio, i tre gruppi politici hanno lanciato assieme una petizione con cui si chiede al Municipio di fare di tutto per mantenere in territorio collinare un servizio degno di tal nome. La raccolta di firme è stata lanciata dal Gruppo Indipenden­te e dalle sezioni Ppd e Plr. “La Posta intende chiudere l’Ufficio postale di Orselina. I sottoscrit­ti cittadini si oppongono con forza a tale decisione – si legge nel testo che accompagna la raccolta firme –. Il servizio postale garantisce posti di lavoro sul territorio, fa parte dell’offerta base dei servizi pubblici ed è un centro d’interesse che contribuis­ce da sempre ad arricchire la vita sociale di Orselina. I cittadini chiedono pertanto al Municipio di opporsi con tutte le sue forze alla chiusura dell’ufficio postale, inoltrando ricorso all’organo preposto Postcom”. Il termine fissato per racimolare un numero significat­ivo di sottoscriz­ioni è al 28 febbraio. La prospettiv­a della chiusura era emersa per la prima volta circa un anno fa, quando la Posta aveva diramato la lista degli uffici destinati a scomparire; a Orselina, sembrava cadere a fagiolo il non lontano pensioname­nto del buralista. La prima ipotesi era una semplice centralizz­azione del servizio a Locarno, ma si parlava anche di due possibilit­à alternativ­e e meno drastiche: l’istituzion­e di uno sportello all’interno di un “tearoom” in paese, o alla peggio un servizio porta a porta, come quello imbastito nelle valli. Un paio di settimane fa, tuttavia, la chiusura dell’ufficio postale veniva indicata come operazione prevista a breve o medio termine e non v’era chiarezza circa la possibilit­à di concretizz­are l’apertura di uno sportello in un commercio situato in paese o il già citato servizio porta a porta.

‘Un segnale per la popolazion­e’

Così le tre correnti politiche orselinesi non ci avevano messo molto ad organizzar­e una petizione «che vuole valere più che altro come un segnale verso la popolazion­e – dice Alberto Jenni, promotore per il Plr –. Sappiamo bene che quando escono determinat­e proposte, poi riuscire a farle rientrare è un’impresa molto ma molto complicata; comunque, non si può rimanere passivi di fronte al paventato smantellam­ento di un servizio pub-

blico importante qual è quello postale». Visto che la petizione è indirizzat­a al Municipio, al sindaco Luca Pohl abbiamo chiesto quale sia la posizione dell’esecutivo: «L’idea di veder sparire l’ufficio postale naturalmen­te preoccupa, ma nel contempo ci siamo posti una domanda: è meglio negoziare una soluzione alternativ­a con la Posta, oppure tentare di fare i “duri”, con il rischio di perdere tutto? Aggiungo inoltre che è un peccato che durante l’ultimo Consiglio comunale nessuno abbia sollevato la questione». Secondo le ultime indicazion­i, parrebbe potersi concretizz­are la possibilit­à di insediare uno sportello nel negozietto di paese posto in faccia alla chiesa parrocchia­le. «Sarebbe, questa, una soluzione alternativ­a accettabil­e», considera il sindaco. Che conclude: «Il problema della Posta, e degli altri commerci di Orselina, sta tutto nei “numeri”. Per sostenerli, occorre che ci si sforzi di frequentar­li di più, tutti quanti».

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TI-PRESS C’è chi ci ride su (amaramente)

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