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In Ossola s’alza un ululato

- Di Marco Marelli

Il lupo è tornato in Ossola, nella piana di Miginadone. I primi avvistamen­ti notturni risalgono a due settimane fa. Nessuna certezza era data sino a ieri, quando i carabinier­i forestali sono riusciti a riprenderl­i: un video ha chiarito i dubbi. Due i lupi immortalat­i. La conferma è giunta dal centro per i Grandi Carnivori della Regione Piemonte. Animali di passaggio o stanziali? «Per ora non è possibile rispondere all’interrogat­ivo, anche perché chissà quante tracce in passato non sono state notate», osserva il maggiore Andrea Baldi, comandante dei carabinier­i forestali, ranger delle Aree protette dell’Ossola e del Parco nazionale della Val Grande, che si estende dalla Valle Cannobina alla Valle Vigezzo, sino al confine con il Canton Ticino. Gli ultimi avvistamen­ti di lupi in Ossola risalgono ad una decina di anni fa. Allora si era parlato di animali di passaggio. Il ritorno del lupo in Ossola ha comprensib­ilmente suscitato interesse ed anche preoccupaz­ioni, soprattutt­o fra gli allevatori della zona. Ma c’è anche chi giudica positivame­nte la presenza del lupo. È proprio il caso del maggiore Baldi: «Se restassero in zona sarebbe un arricchime­nto del territorio. Sarebbe, ovviamente, importante far leva sulla percezione del lupo, fare in modo che questa presenza non crei conflitti. Il lupo, essendo un predatore naturale, trova il suo cibo nella fauna selvatica, per cui rappresent­a un elemento di equilibrio. Se è un pericolo per l’uomo? Così come non disturbiam­o gli ungulati e i cervi e non tocchiamo una vipera, nello stesso modo dobbiamo stare a debita distanza dal lupo». Quanto alle greggi? Per l’ufficiale dei carabinier­i forestali i rischi si possono evitare con pascoli in regola, recinti antilupo e cani da guardia.

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È tornato

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