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‘Chi è davanti merita, ma correre così...’

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Beat Feuz non è riuscito a difendere il titolo di campione del mondo conquistat­o due anni fa a St. Moritz. Ad Are il bernese si è infatti fermato a 11 centesimi dal terzo gradino del podio occupato dall’austriaco Vincent Kriechmayr e a 44 dal nuovo re della discesa, il norvegese Kjetil Jansurd, che ha tolto per 2 centesimi al connaziona­le Aksel Lund Svindal, secondo, quello che sarebbe stato il perfetto addio alle competizio­ni (comunque da urlo, visto che l’argento rappresent­a la sua nona medaglia iridata, di cui 5 d’oro, a cui se ne aggiungono 4 olimpiche). A far arrabbiare il 32enne (oggi) di Schangnau più della scomoda quarta piazza, sono le condizioni in cui gli atleti si sono dovuti giocare il titolo di quella che dovrebbe essere la disciplina regina, ma che per colpa delle ormai ricorrenti cattive condizioni meteo nella località scandinava (freddo, vento e nevicate sono all’ordine del giorno) è stata ridotta a una prova di 1’19”98 (il tempo del vincitore), ossia la discesa mondiale più corta della storia. «È davvero un peccato, non è stata una gara all’altezza di un Mondiale – lo sfogo a caldo di Feuz –. Qualcuno deve essere quarto, lo accetto, è lo sport, a volte si vince, altre si è quarti. Dopotutto non sono poi 15°. Quello che dispiace è che la gara non si è disputata in condizioni accettabil­i, i rinvii hanno solo peggiorato le cose e a quel punto non si sarebbe dovuto partire. È vero che come dice la Fis il tracciato non era particolar­mente pericoloso, però le condizioni non sono state uguali per tutti. Ad ogni modo i tre davanti sono campioni incredibil­i e meritano di stare lì».

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KEYTONE Il bernese solo quarto

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