I dolori (fuori posto) del giovane Ultimo
In un Festival vincente, la Rai ha perso soltanto nell’averci privato di Rocco Tanica, lucidità comica di Sanremo. Ha vinto Motta, ma solo nei duetti e per la giuria d’onore, l’intellighenzia innamoratasi del livornese Premio Tenco anche in versione pop (aridateci Brunori Sas). Francesco Renga non resterà nella storia di questo Festival pur con canzone d’autore che non decolla mai (a volte è una caratteristica, qui è un difetto). Non ha vinto la tv del dolore di Irama, non hanno vinto Federica Carta e Shade e il loro “Scusa ma”, che entra dentro come un veleno (o una supposta). Non hanno vinto alcuni uffici stampa, oggetto delle lamentele di settimanali anche importanti per avere blindato i cantanti («Siamo noi a tenere vivo il loro nome sui giornali quando Sanremo finisce»). Prendiamo una vincente, l’ex ragazza oggi nonna del Piper, per dire di Alessandra Amoroso superospite: «Datevela voi la risposta», replica Patty Pravo in conferenza stampa. Così com’è certo chi ha vinto, è altrettanto certo chi quest’anno ha perso. Il sopracitato Ultimo, una specie di Claudio Villa, rissoso e sibillino come il reuccio, in piena notte ha alzato con le parole un bel dito medio al Roof e la stampa che conta – sempre attenta a che i manager, poi, non chiudano loro le porte degli hotel di Sanremo – quasi gli ha chiesto scusa. L’audio del piccolo delirio d’onnipotenza del giovane Niccolò Moriconi è trend topic sul Tubo. Malgrado la poca stima riservataci, noi della carta stampata che abbiamo avuto soltanto questa settimana per sentirci importanti, salutiamo Ultimo, nomen omen, con in testa ‘I tuoi particolari’, bella e sanremese quanto basta per restare nel tempo. Però, a Ultimo – anzi, a Urtimo – una cosa dobbiamo dirgliela: Niccolò, e fattela ’na risata.