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Il Cremlino mette internet sotto tutela

- Ansa/red

Mosca – Come garantire “sicurezza” e “indipenden­za” di internet in Russia lo deciderà il Cremlino. La camera bassa del parlamento, la Duma, ha approvato ieri in prima lettura una bozza di legge per consentire alle autorità di “assumere il controllo” dei punti di connession­e che collegano la Russia alla rete internet mondiale. Non per minarne la “libertà” o per limitare l’accesso agli utenti russi, per carità. Piuttosto, per “metterla al sicuro” da attacchi esterni. Non che tutti ci credano. Il primo firmatario della legge è il senatore Andrei Klishas e l’unico partito ad aver sostenuto la misura è Russia Unita, il partito di maggioranz­a agli ordini del Cremlino. Le altre forze politiche si sono opposte. La ragione ufficiale dell’intervento non è del tutto infondata. Si tratterebb­e, secondo Klishas della necessaria risposta “all’aggressiva strategia nazionale per la sicurezza informatic­a adottata dagli Stati Uniti nel settembre 2018”. Ma il disegno di legge approvato ieri, ha rilevato la testata indipenden­te Meduza, “richiedere­bbe a tutti i servizi online che operano in Russia d’installare attrezzatu­re specializz­ate che consentano di bloccare siti web vietati dal governo russo con maggiore efficienza”. Già ora il quadro non è confortant­e. Il rapporto annuale del gruppo per i diritti umani Agora ha indicato che l’anno scorso i tribunali russi hanno vietato la consultazi­one di oltre 161mila pagine internet mentre è stato chiuso l’accesso, senza una decisione del tribunale, ad altre 488mila pagine. La Cina ha fatto scuola.

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KEYSTONE Ci pensa lui

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