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Una banca su blockchain

All’economia digitale i servizi finanziari classici non sono più sufficient­i Si chiama Initium, ha sede a Zurigo e ha l’ambizione di entrare in un settore ignoto ai banchieri vecchia maniera con un’offerta per il FinTech

- Di Generoso Chiaradonn­a

“L’infrastrut­tura del sistema bancario tradiziona­le, che è stata realizzata nell’arco di generazion­i, non si adatta più alle esigenze della nuova economia digitale. In alcuni dei settori più innovativi e lungimiran­ti dell’economia, le imprese redditizie fanno fatica o addirittur­a non trovano chi possa assicurare i servizi bancari di base”. È partendo da queste premesse che è nato il gruppo Initium (in latino vuol dire proprio inizio, occasione, origine) che ieri si è presentato a Zurigo a stampa e potenziali investitor­i (www.initium.group). L’obiettivo del gruppo – prima di ottenere una possibile licenza bancaria in una delle seguenti giurisdizi­oni: Svizzera, Liechtenst­ein, Regno Unito, Israele e Singapore – è quello di raccoglier­e i fondi necessari. E da start up dell’era digitale lo farà attraverso l’emissione di una Security token offering (Sto), ovvero la raccolta di capitale di rischio in cambio di una criptovalu­ta. Una procedura che ha sostituito di fatto l’emissione di azioni oppure obbligazio­ni subordinat­e che nel mondo digitale evidenteme­nte non si usano più. L’attività vera e propria ci sarà solo nella prima parte del 2020 quando la società sarà in grado di fornire tutti i servizi bancari (dai prestiti alla gestione della liquidità, ovviamente costituita da valute digitali, ndr). “Numerosi business della nuova economia digitale hanno difficoltà a trovare un partner bancario che capisca i loro veri bisogni e che sia anche disposto a servirli”, ha affermato Daniel Spier, Ceo e fondatore di Initium Group. Il tradiziona­le modello di calcolo dei rischi – ha continuato Spier – usato dalle istituzion­i finanziari­e classiche non risponde più alle aspirazion­i di crescita di questi nuovi attori. Per facilitare il debutto della banca e il piano di vendita dei token, la compagnia – sempre a detta del fondatore e promotore – collabora strettamen­te con Swisscom Blockchain Ag, uno dei leader svizzeri nella tecnologia blockchain (alla base delle transazion­i in cryptovalu­te) e fornitori di infrastrut­ture crypto che coprono servizi e soluzioni di integrazio­ne per patrimoni digitali. La corsa alle cryptovalu­te si è un po’ arrestata nell’ultimo anno con le quotazioni della principale moneta digitale – il Bitcoin – che sono scese dai 13’800 dollari del dicembre 2017 ai circa 3’600 di questi giorni. Una valutazion­e che non copre nemmeno più i costi dell’energia elettrica per ‘estrarre’ una stringa di calcolo. Insomma, nel giro di pochi mesi l’attenzione su questo mondo è un po’ scemata. Non però sulla tecnologia che sta alla base di questa creazione monetaria: la blockchain, tanto che sono numerose le istituzion­i finanziari­e che stanno cercando di usarla al meglio.

La Borsa guarda al futuro

L’ultima in ordine di tempo è la società di gestione della Borsa Svizzera Six. Il Ceo di Six Jos Dijsselhof, lo scorso 4 febbraio, ha dichiarato al giornale di settore ‘Cointelgra­ph Deutschlan­d’ che la Borsa svizzera sta per lanciare una sua piattaform­a di scambio digitale (Six Digital Exchange, Sdx) basata proprio sulla tecnologia blockchain. Attualment­e l’operazione di compravend­ita di titolo finanziari­o quotato, pur avvenendo istantanea­mente, richiede comunque dei tempi tecnici – un paio di giorni –

per il suo perfeziona­mento (pagamento e trasferime­nto dei titoli, ndr). “Con una piattaform­a digitale basata sulla blockchain, l’intero processo richiedere­bbe solo pochi secondi. Ciò rende il mercato più efficiente e allo stesso tempo elimina i rischi di sistema”, ha affermato ancora Dijsselhof. Il presidente di Six, Romeo Lacher, ha ricordato che si sta lavorando con la Finma, l’autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari, per chiarire le questioni legali o normative da affrontare prima del lancio di questo progetto che avverrà nella tarda estate del 2019.

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KEYSTONE Un settore che cresce

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