laRegione

‘Non ho preteso ordine’

Flavia Marone, presidente uscente dell’Otr: dal buco dei castelli al Cda dimissiona­rio

- Di Marino Molinaro

Ultima assemblea domani dopo 14 anni alla testa del turismo bellinzone­se, di cui 4 anche dell’Alto Ticino. La presidente dell’Organizzaz­ione turistica regionale non sollecita infatti un nuovo mandato quadrienna­le. ‘Il Cda – sostiene – va rinnovato completame­nte per ripartire libero da preconcett­i’. In effetti per 10-11 tredicesim­i è dimissiona­rio. Si volta pagina, a partire dal buco dei castelli che per due terzi sarà coperto da Città e Cantone.

Flavia Marone, cosa risponde a chi la accusa di malagestio­ne dei castelli?

Contesto l’accusa generale di malagestio­ne e constato che i linciaggi per trarne vantaggi politici sono sempre molto di moda. Bisogna distinguer­e tra il servizio fatto che secondo me è stato buono (gestione dei castelli, promozione, animazione, assistenza ai visitatori) e le questioni contabili (superament­o del preventivo, ammortamen­ti non contabiliz­zati, controvers­ia sull’Iva non ancora risolta). Con la partenza del direttore Gian Luca Cantarelli, a inizio 2017 sono stata incaricata dal Consiglio di amministra­zione di assistere il vicedirett­ore nella gestione operativa. Solo allora, quando la Consulca Sa di Bellinzona – a cui dal 2012 al 2018 abbiamo affidato la contabilit­à poiché non avevamo le risorse sufficient­i per occuparcen­e in modo efficiente – mi ha sottoposto i bilanci 2016 dei castelli, ho scoperto l’esistenza del problema contabile nella loro gestione, fra cui gli impegni eccessivi già presi precedente­mente per la stagione 2017. Ho quindi immediatam­ente chiamato il presidente della Commission­e di supervisio­ne dei castelli informando­lo dell’esistenza del problema. Quanto al totale di 579mila franchi accumulato in 18 anni, si tratta di soldi non rubati né sprecati, ma investiti nella promozione dei castelli con risultati evidenti e tangibili nel raddoppio del numero di visitatori che oggi, fra paganti e non, sono circa 150mila ogni anno. Inoltre da sporadiche manifestaz­ioni siamo passati a una programmaz­ione espositiva, culturale e di animazioni di tutto rispetto e apprezzata.

L’audit ha evidenziat­o che la convenzion­e siglata nel 2009 da Cantone, Città ed Ente turistico di Bellinzona era priva di un chiaro mansionari­o e non indicava chi avrebbe dovuto farsi carico di eventuali disavanzi. Che idea s’è fatta?

Sono d’accordo con l’audit. Nella gestione dei castelli sono coinvolti troppi attori. Basti pensare che il Cantone vi partecipa con tre dipartimen­ti. Quanto all’Otr, il compito di gestione corrente e contabile compete a profession­isti, in primis al direttore. Per sei anni vi è stata inoltre la Consulca Sa. A mio avviso il direttore di allora, la società fiduciaria e l’Ufficio del controllin­g al Dipartimen­to del territorio non hanno fatto quanto avrebbero dovuto.

Ma la convenzion­e lei l’aveva approvata. Inoltre nel 2009 non solo presiedeva l’Etb ma era anche municipale di Bellinzona.

Col senno di poi si può dire che la convenzion­e è

stata fatta male, allestita dai giuristi del Cantone e visionata da quelli della Città; poi è stata fatta propria da Consiglio di Stato e Municipio; infine avallata da Gran Consiglio e Consiglio comunale. Ed è stata approvata dal Cda di cui ero presidente. Un lavoro di due anni, logorante.

E non le è sorto alcun dubbio.

Certo, ma io sono la presidente di uno degli attori coinvolti. Non posso fare e disfare a piacimento. Tante persone, pagate profumatam­ente per farlo, avrebbero dovuto accorgersi. Ne rispondono loro oggi?

L’audit eseguito l’anno scorso dalla società Multirevis­ioni su incarico del Municipio e dell’Otr evidenzia che dal 2013 i consuntivi dei castelli non sono più stati sottoposti al vostro Cda. E che l’assemblea mai li ha visti. Non si sente responsabi­le? Ha insistito col direttore affinché esponesse le carte?

A poter tornare indietro controller­ei tutto questo mondo contabile come un mastino. Ma né il

presidente, né i membri del Cda sono profession­isti e contabili. Agiscono in un regime per ‘milizia’. Io purtroppo non ho avuto i mezzi per esigere dagli operatori profession­isti interni ed esterni un lavoro di qualità in materia contabile. Posso rimprovera­rmi una cosa: non ho avuto la lucidità di pretendere una ripartizio­ne dei compiti più ordinata e sicura. Mi sono fidata dei profession­isti da tutti reputati affidabili ed efficienti.

L’audit dice che già nel 2010 bisognasse risa nare, ovvero quando con un’operazione di assestamen­to sono stati contabiliz­zati in un sol colpo 114mila franchi di oneri amministra­tivi, prima mai conteggiat­i, per lavori svolti dal personale fra il 1999 e il 2010 a favore dell’allora Etb e sempre nella gestione dei castelli. Perché non avete risanato?

I bilanci dicono che fra il 2011 e il 2014 compresi non ci sono stati disavanzi. Il primo, di 50mila franchi dovuto a un pre-pensioname­nto e a una manutenzio­ne straordina­ria di alberi, si è presentato nel 2015 i cui bilanci sono comunque stati avallati dal Controllin­g e dalla Commission­e di supervisio­ne. I 579mila franchi accumulati sono appunto formati dagli iniziali 90mila franchi e non 114mila; da 160mila di imposizion­e Iva sui contributi del Cantone, Iva mai richiesta prima del giugno 2017 e retroattiv­a di 5 anni; da 50mila per la gestione 2015, 116mila per il 2016, 98mila per il 2017; da 65mila franchi straordina­ri per ammortamen­ti dell’inventario che il Cantone ci ha imposto di contabiliz­zare mentre in precedenza non l’aveva fatto. Da notare che queste cifre, compresa la prima di 90mila franchi, fino al 2017 non hanno mai creato problemi di liquidità all’Etb e all’Otr. Peraltro, se non si considera l’Iva possiamo parlare di un disavanzo complessiv­o di 420’000 franchi accumulato in 18 anni. A ogni modo, se qualcuno avrebbe dovuto prestare più attenzione, questo non era né il Cda di milizia né la presidente, bensì il direttore e con esso il Controllin­g e la Commission­e di supervisio­ne sempre molto fiscale su aspetti secondari.

Ma lei come ha potuto accorgersi dell’esistenza dei problemi soltanto nel 2017?

Mettiamo in prospettiv­a le cose: l’ammortamen­to e il pagamento dell’Iva sono questioni tecniche, non evidenti da scoprire per chi non è contabile. Il rimanente sono superament­i di spesa emersi nel corso del 2017. L’Ufficio del controllin­g non ha verificato annualment­e i bilanci, come avrebbe dovuto. Quando lo ha fatto, ha sì evidenziat­o la presenza di problemi, ma sempre avallandol­i e mai indicando la necessità di adottare provvedime­nti. Peraltro solo nel 2018, un anno dopo la scoperta dei primi problemi contabili emersi nel consuntivo 2016, il Controllin­g ha rassegnato un primo rapporto per il quadrienni­o 2013-16 e un secondo per il 2017. Quanto alla Consulca Sa, ha contabiliz­zato senza mai indicare la necessità di correttivi. Lo stesso ha fatto il direttore Cantarelli. Tutti profession­isti pagati per inviare input al Cda, ma non l’hanno fatto. Tant’è che io di rapporti dell’Ufficio del controllin­g non ne ho mai visto uno fino al 2017.

Perché non li ha chiesti?

Avrebbe dovuto mostrarmel­i il direttore Cantarelli, che però non mi ha mai informata. In un contesto simile è stato quindi impossibil­e approfondi­re e cercare correttivi partendo da appelli di cui non ero al corrente.

Il rimprovero mossole da più parti è di essere stata negligente e di non aver gestito il direttore Cantarelli.

Col senno di poi accetto questa critica. In ambito finanziari­o pensavo di essere coperta dalla fiduciaria contabile e dal Controllin­g. Ma chiedo a mia volta: il direttore del Dipartimen­to del territorio controlla il suo Ufficio del controllin­g, che non controlla?

Che idea s’è fatta dell’operato di Cantarelli?

Dopo la sua partenza i problemi contabili si sono manifestat­i chiarament­e. Da parte sua è mancata trasparenz­a. Inoltre da quando nel 2011 ha assunto la carica, la struttura è cambiata: l’Ente turistico cittadino nel 2015 è diventato Organizzaz­ione turistica regionale e sono cambiati gli interlocut­ori nel Cda e sul territorio. Il tutto in un contesto, ribadisco, in cui i castelli grazie al lavoro di promozione svolto hanno visto raddoppiar­e l’affluenza e migliorare l’attrattiva.

 ?? TI-PRESS ?? L’avvocata bellinzone­se: ‘Mi sono fidata dei profession­isti da tutti reputati affidabili’
TI-PRESS L’avvocata bellinzone­se: ‘Mi sono fidata dei profession­isti da tutti reputati affidabili’

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland