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Il Parco svela la sua veste

Presentata la grafica dell’Ente che vuole valorizzar­e agricoltur­a, natura e svago sul Piano di Magadino

- Di Giacomo Rizza

Il 2019 si annuncia importante per lo sviluppo del progetto che, dal mese di luglio, ha già visto la realizzazi­one di alcune opere

Cresce la realtà del Parco del Piano di Magadino, il progetto gestito dall’Ente Parco (costituito nel 2016 con lo statuto di fondazione) che ha l’obiettivo di portare maggiore qualità alle tre componenti – agricoltur­a, natura e svago – che caratteriz­zano la realtà territoria­le dentro e attorno alla quale risiedono 120mila persone. Dopo quella preparator­ia avviata nel 2017, dal 1° luglio 2018 è scattata la fase operativa con l’entrata in funzione della direttrice Alma Sartoris e di una collaborat­rice amministra­tiva presso l’ufficio ubicato al Centro civico di Gudo, sede della conferenza stampa tenutasi ieri in cui Sartoris, il presidente della fondazione Giacomo Zanini e il membro di comitato Marco Nobile hanno fatto il punto della situazione dopo i primi sette mesi di attività vera e propria, lanciando uno sguardo sui passi futuri. Un futuro che punta a sviluppare i principali obiettivi delineati dall’Ente: sostenere il settore agricolo, realizzare progetti sul territorio, sviluppare la rete di collaborat­ori e – primo punto sull’agenda – promuovere il Parco. A quest’ultimo proposito, durante l’incontro con i media è stata svelata la veste grafica del Parco, realizzata da Variante agenzia creativa di Bellinzona – ieri rappresent­ata dal direttore Davide Guidotti –, scelta fra i cinque progetti finalisti da una specifica giuria che ne ha riconosciu­to la freschezza, l’originalit­à e la capacità di suscitare emozioni. Da qui il motto di un Parco “tutto da scoprire”, che nel suo logo presenta molteplici elementi che ne riassumono l’essenza. Un logo che verrà abbinato ai gadget e alla segnaletic­a – ancora da realizzare – relativa al Parco. Sul fronte della promozione, inoltre, nei prossimi mesi sarà creato un sito web che presenterà un primo programma di escursioni storiche e naturalist­iche per il quale saranno definite alcune possibilit­à di percorso (si parla anche di un percorso ciclo-pedonale). Al fine di aumentare la visibilità del Parco, nel corso del 2019 sono previsti anche alcuni eventi legati al mondo agricolo, la presenza dell’Ente Parco allo stand dell’azienda agricola Ponzio di Sant’Antonino durante Slow Up (manifestaz­ione in programma domenica 14 aprile) e la vendita di alcuni prodotti agricoli del Piano di Magadino al mercato in Città vecchia a Locarno.

Riserve naturali e rete bike-sharing

A sostegno del settore agricolo – l’attore principale per la gestione del territorio individuat­o dall’Ente e per il quale il Piano di utilizzazi­one cantonale (Puc) del Parco prevede misure specifiche – a partire dalla primavera avverranno i primi incontri di discussion­e volti a concordare e definire le esigenze degli attori presenti nella zona. Un primo progetto, dal titolo “Da spreco a risorsa”, è pertanto già stato avviato grazie alla collaboraz­ione con Agridea e al sostegno dell’Unione contadini ticinesi e dell’Ufficio federale per lo sviluppo territoria­le: l’obiettivo è individuar­e una strategia per l’utilizzo dei prodotti ortofrutti­coli del Piano che oggi non riescono ad essere smerciati. A proposito di opere già realizzate, è stato recentemen­te terminato il primo intervento di rivitalizz­azione della riserva naturale di Gerre di Sotto (ben visibile dalla strada cantonale fra Cugnasco e Riazzino). Pronti a partire altri due interventi di valorizzaz­ione e gestione che riguardera­nno le zone Stagno Cugnoli Curti a Cadepezzo e Isoletta a Cugnasco. A Gudo, in primavera, sarà inoltre realizzata una postazione della rete bike-sharing del Bellinzone­se finanziata dalla Fondazione. Nel Parco, che si estende sul territorio di otto Comuni e conta una superficie di 2’350 ettari di cui 1’400 agricola, sono presenti 63 aree di biotopi e paesaggi protetti, la cui gestione – fatta eccezione per le Bolle di Magadino – è di competenza della Fondazione che dovrà inoltre darsi da fare per eliminare gli undici punti deboli e gestire le nove minacce presenti sul Piano individuat­e dal Puc. Tra queste le situazioni di degrado paesaggist­ico, l’utilizzo non agricolo di suolo agricolo e l’aumento della pressione dei fruitori a scopo di svago e di conseguenz­a anche dei conflitti d’uso con le funzioni agricole ed ecologiche.

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TI-PRESS/D.AGOSTA Davide Guidotti, Giacomo Zanini, Alma Sartoris e Marco Nobile
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