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Aggregazio­ne di Tresa, Sessa contro l’ipotesi a tre

Il Municipio ha scritto ieri al Consiglio di Stato chiedendo di tornare al progetto a quattro

- Di Dino Stevanovic

«È un treno che non dobbiamo perdere». È Mirna Cassis – municipale delegata per le questioni inerenti al tema – a confermarc­elo: ieri il Municipio di Sessa ha inviato una lettera al Consiglio di Stato, in risposta al comunicato del 6 febbraio. Nello scritto, l’esecutivo chiede di essere nuovamente preso in consideraz­ione nell’ipotesi di aggregazio­ne con Croglio, Monteggio e Ponte Tresa. Il governo ha infatti optato per un’opzione a tre, escludendo Sessa, dove nelle votazioni consultive del 25 novembre avevano prevalso i no. Un’ipotesi che dovrà essere sottoposta al Gran Consiglio e che al Comune malcantone­se non piace: «Abbiamo ribadito che sia l’esecutivo che il legislativ­o sono sempre stati a favore dell’aggregazio­ne» sottolinea la capodicast­ero Finanze, cultura e tempo libero, ricordando lo scarso margine (19 voti) col quale hanno prevalso i pareri negativi. «Siamo rimasti molto sorpresi della decisione – aggiunge –, è vero che non è una necessità perché non abbiamo l’acqua alla gola, però è altrettant­o vero che se non prendiamo questo treno i prossimi passeranno fra diversi anni e non ci saliremo più come protagonis­ti. Si tratta di essere lungimiran­ti». Il riferiment­o è alla suddivisio­ne per competenze fra i quattro comuni, concertata dagli esecutivi. Sessa avrebbe dovuto diventare il polo della cultura e del tempo libero, vocazione che per altro già riveste nella regione. «Dovremo ‘rifidanzar­ci’, capire se ci sarà ancora l’interesse. Inoltre, gli altri tre comuni nel frattempo si organizzer­anno autonomame­nte e diverse sinergie potrebbero cadere o ridimensio­narsi indebolend­o la nostra posizione». E mentre il messaggio governativ­o è in preparazio­ne, la Sessa istituzion­ale non molla. A fine gennaio, si è tenuto un incontro fra la Sezione enti locali (Sel) e la cittadinan­za, a seguito del quale il capo della Sel Marzio Della Senta ha chiarito che eventuali segnali di un cambiament­o rispetto alla votazione sarebbero stati presi in consideraz­ione, almeno dal Gran Consiglio. «Continuere­mo a lottare fino alla fine, perché siamo convinti della bontà del progetto», rimarca Cassis.

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