I rumori vanno al cuore
David Le Breton nel suo libro ‘Sul silenzio. Fuggire dal rumore del mondo’ (Raffaello Cortina editore, Milano) parla dei rumori nelle città. Presenza incessante nella vita delle persone. Provocati da automobili, camion, motociclette, bus, tram, cantieri, sirene di ambulanze, della polizia, o sparati da autoradio con i finestrini abbassati. E il rumore non proviene solo dalla strada. In misura molto minore è causato anche dalla ferrovia e dagli aerei. Si aggiungano a tutto ciò le innumerevoli fonti sonore che saturano gli appartamenti: radio, televisione, elettrodomestici, cellulari. È un’aggressione che ostacola la concentrazione e frena la sensazione di serenità e libertà. È ormai assodato che i rumori provocano danni alla salute. I risultati dello studio svizzero ‘Si- rene’, pubblicati alla fine dello scorso anno, mostrano dati allarmanti. Nel nostro paese sono circa 1,6 milioni di persone – un sesto della popolazione – ad accusare disturbi per troppo rumore: aumento degli ormoni dello stress, insonnia, ipertensione, infarto miocardico, insufficienza cardiaca e diabete. Si stima che 500 dei 20’000 morti all’anno per malattie cardiovascolari siano da ricondurre ai rumori prodotti dal traffico. Con costi annuali per la salute stimati a 1,9 miliardi di franchi. Secondo il professor Martin Röösli, direttore dello studio ‘Sirene’, anche rumori deboli, soprattutto durante la notte, possono avere conseguenze negative sulla salute. Le autorità stanno cercando di porvi rimedio. Come riportato da ‘laRegione’, il Cantone intende utilizzare sempre più spesso catrame fonoassorbente per ridurre il rumore lungo le strade. Questo risanamento fonico è previsto su 350 chilometri di arterie cantonali, a cui vanno aggiunti 70 chilometri di strade comunali. Il Dipartimento del territorio intende sottoporre a breve al Gran Consiglio il relativo messaggio, sottolineando la necessità di poter contare sulla collaborazione di Berna con “mezzi finanziari adeguati”. Probabilmente queste misure non sono sufficienti a risolvere il problema. A Zurigo l’amministrazione comunale ha introdotto nel 2011 il limite di 30 km l’ora per le auto nei centri abitati. Ciò riduce il fruscio prodotto dall’attrito degli pneumatici sull’asfalto. Anche se questa misura sembra avere un’efficacia limitata – solo un quinto della popolazione ne avrebbe tratto beneficio – essa contribuirebbe in ogni caso a combattere l’inquinamento atmosferico, in particolare le polveri fini e il biossido di azoto, con una spesa contenuta. È una misura che, a mio avviso, andrebbe realizzata anche nei centri abitati del nostro Cantone. Come ha scritto Arnaldo Benini su ‘Il Sole 24 ore’ di domenica 13 gennaio, il rumore non molla mai la presa sull’umanità contemporanea, per cui in molti individui si acuisce non solo stizza, ma anche nostalgia del silenzio e l’aspirazione a ritrovarlo. Con grande beneficio per la salute psichica e somatica.