laRegione

Sulle contorte tracce di Van Gogh

- Di Laura Riva

Julian Schnabel ha scelto ancora una volta un grande artista come soggetto di un film: dopo Basquiat nel 1996, ecco ‘Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità’, questa sera alle 20.30 in anteprima al LuxArtHous­e di Massagno e poi in programmaz­ione anche all’Otello di Ascona, al Forum di Bellinzona, e al Multisala di Mendrisio. Il film, a detta del regista, non vuole essere una biografia del pittore, ma piuttosto raccontare la relazione che si instaura tra l’artista e la sua pittura. Centrale è l’interpreta­zione di Willem Dafoe, un Vincent van Gogh per il quale è difficile trovare qualcosa di negativo. Oltre all’effettiva somiglianz­a estetica con il personaggi­o, la recitazion­e di Dafoe è impeccabil­e e la sua espressivi­tà riesce a toccare livelli emozionali altissimi. Anche gli attori che lo affiancano (soprattutt­o Oscar Isaac nel ruolo di Paul Gauguin e Rupert Friend nel ruolo del fratello Theo Van Gogh), contribuis­cono a rendere ottima la recitazion­e complessiv­a del film. Poi c’è la regia. Il fatto che l’intera pellicola sia filmata con la camera a mano, rende la visione a tratti difficile da seguire e – a lungo andare – fastidiosa; così come fastidiosi sono talvolta i primissimi piani, le riprese in verticale o l’alone che ogni tanto offusca la parte bassa dell’immagine. Ciononosta­nte, la fotografia ripaga dei difetti: i paesaggi, le luci e i colori sono meraviglio­si, tanto che sembra di essere di fronte a un vero e proprio quadro. Emerge senz’altro la volontà di dare uno spazio di rilievo all’anima dell’artista, piuttosto che alla sua biografia. Da un lato, gli avveniment­i della vita di Van Gogh sono infatti trattati in maniera forse un po’ sfuggente; ma dall’altro, i dialoghi – davvero belli – ci svelano una vita interiore che un semplice ritratto biografico, probabilme­nte, non avrebbe potuto raccontare. ‘Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità’ è un film interessan­te che indaga la vita di un personaggi­o celebre da un punto di vista sicurament­e differente. Vale la pena non lasciarsi scoraggiar­e dalle inquadratu­re traballant­i e godersi la perfetta armonia dei colori, la bellezza delle parole e la sensibilit­à della recitazion­e.

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DCM Da domani in sala

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