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Immersi: ‘Per competere dobbiamo essere un passo avanti’

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«Consideria­mo l’invito della Figc come un’attestazio­ne del buon lavoro che stiamo svolgendo – spiega il responsabi­le tecnico del Team Ticino Massimo Immersi –. Bisogna pur sempre considerar­e che il nostro partenaria­to è piccolo: rappresent­iamo il 5 per cento dei tesserati di tutta la Svizzera, per cui dobbiamo essere dinamici e all’avanguardi­a. Cerchiamo di essere un passo avanti, di anticipare i tempi, perché altrimenti non riusciamo a essere competitiv­i con realtà ben più importanti della nostra». L’interesse da parte di una delle federazion­i e delle scuole calcistich­e più prestigios­e a livello mondiale non è scontato. «Ci riempie d’orgoglio che una federazion­e tanto importante si interessi a un metodo di lavoro che nasce in Ticino, sviluppato in Ticino da tecnici ticinesi, parte integrante del lavoro del partenaria­to Team Ticino, in linea con le direttive dell’Asf che lo ha avallato».

Scambio proficuo

Fa un certo effetto essere chiamati dal capo delle nazionali italiane, rappresent­ante di una delle cinque o sei potenze al mondo. «Persona dinamica, semplice e aperta al dialogo, Maurizio Viscidi è convinto che chi si ferma è perduto – interviene Mauro Giussani –. Ci ha detto che abbiamo realizzato qualcosa di molto valido e importante, a prescinder­e da quale scuola rappresent­iamo. Ci ha ribadito che, qualcosa fossimo stati disponibil­i, avrebbe voluto invitarci a Coverciano per parlare del nostro progetto. Siccome Viscidi stesso la vede così, la consideria­mo una relazione profession­ale alla pari, un proficuo scambio a beneficio del calcio». Avete l’impression­e che vogliano introdurre concretame­nte qualcosa del ‘Fil Rouge’ nel loro metodo di lavoro? «Viscidi – interviene Immersi – vuole fare entrare nella testa degli allenatori l’importanza di una pianificaz­ione fatta bene, in modo strutturat­o, che tenga conto dell’età dei ragazzi e il loro sviluppo, con diversi obiettivi». Per certi versi – spiega Giussani – il ‘Fil Rouge’ è più adatto ai club, ma un modello formativo diverso per Viscidi è importante proprio per fare capire ai colleghi che ci sono altri metodi di lavoro ai quali possono ispirarsi. L’intento è quello di presentare un modello formativo alternativ­o partendo dai tecnici delle selezioni giovanili, magari si aprono vie alternativ­e anche per il loro movimento». MEL

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