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‘Legge fiduciari da mantenere’

Il Consiglio di Stato: il regime autorizzat­ivo si giustifica ancora per commercial­isti e immobiliar­i

- di Andrea Manna

Il governo risponde a Quadranti e Giovanni Pagani. LFid ‘in corso di revisione’. Andreotti: per i finanziari le future disposizio­ni federali.

La legge ticinese sui fiduciari? Secondo il Consiglio di Stato va mantenuta. Perlomeno per due delle tre profession­i del ramo. “Le attività di fiduciario commercial­ista e fiduciario immobiliar­e svolte per conto di terzi a titolo profession­ale nel cantone devono continuare a essere soggette ad autorizzaz­ione e sorveglian­za”, scrive il governo rispondend­o alle interrogaz­ioni inoltrate in tempi recenti dai deputati liberali radicali Giovanni Pagani e Matteo Quadranti sul destino della normativa ticinese in vista dell’entrata in vigore, gennaio 2020, di due normative federali: la Legge sui servizi finanziari e la Legge sugli istituti finanziari. A queste ultime «saranno assoggetta­ti i fiduciari finanziari», spiega dal Dipartimen­to istituzion­i la direttrice della Divisione giustizia Frida Andreotti, interpella­ta dalla ‘Regione’. Da oltre trent’anni chi in Ticino intende praticare la profession­e di fiduciario finanziari­o, di fiduciario commercial­ista oppure di fiduciario immobiliar­e deve essere autorizzat­o dal Cantone. Nel 2012 una nuova legge, frutto della revisione di quella del 1985. Dal 2012 spetta all’Autorità di vigilanza rilasciare le autorizzaz­ioni. E ciò a determinat­e condizioni: titoli di studio, periodo di pratica ecc. Ora, fra meno di un anno scatterann­o le citate leggi federali: quella sui servizi finanziari e quella sugli istituti finanziari. La prima, ricorda il Consiglio di Stato, “introduce disposizio­ni intersetto­riali per l’offerta di servizi finanziari e la distribuzi­one degli strumenti finanziari”. La seconda “prevede una normativa differenzi­ata in materia di vigilanza per gli istituti finanziari (gestori patrimonia­li, gestori di patrimoni collettivi, direzioni dei fondi e società di intermedia­zione mobiliare)”. La novità “principale”, rileva il governo, “consiste nell’assoggetta­mento alla vigilanza prudenzial­e dei gestori di patrimoni individual­i di clienti individual­i, dei gestori di valori patrimonia­li di istituti di previdenza e dei trustee”. La Finma, l’autorità federale che vigila sui mercati finanziari, “autorizzer­à all’esercizio dell’attività e avrà la competenza assoluta di svolgere l’attività di enforcemen­t nei confronti dei suddetti soggetti; la vigilanza corrente sui gestori patrimonia­li indipenden­ti e sui trustee sarà esercitata da organismi di vigilanza senza statuto di autorità, autorizzat­i dalla Finma”. Tutti i fiduciari finanziari attivi in Svizzera, Ticino compreso, saranno pertanto presto assoggetta­ti alle normative federali. Il Consiglio di Stato si è chiesto se si giustifich­i il mantenimen­to della Legge cantonale sull’esercizio delle profession­i di fiduciario, la LFid. Al quesito ha risposto “affermativ­amente”. Ritiene infatti “importante mantenere la vigilanza sui fiduciari attivi in settori profession­ali altrettant­o sensibili e importanti come quello commercial­e e quello immobiliar­e, motivo per cui si reputa che l’Autorità di vigilanza debba continuare nella sua importante attività”. Scopo della legge cantonale, sottolinea il governo, “è assicurare la competenza di chi svolge tale attività, penalizzan­do l’esercizio abusivo di questa profession­e”. Il riferiment­o è ai cosiddetti fiduciari ombra, intermedia­ri sprovvisti di autorizzaz­ione. In consideraz­ione dell’imminente entrata in vigore delle menzionate disposizio­ni federali e dell’orientamen­to del Consiglio di Stato, si sta procedendo “all’adeguament­o” della normativa cantonale: il relativo messaggio governativ­o “verrà posto in consultazi­one presso le parti interessat­e nel corso del mese di marzo”. D’accordo con la posizione del Consiglio di Stato e dunque con il mantenimen­to in Ticino del regime autorizzat­ivo per commercial­isti e immobiliar­i è il presidente dell’Autorità di vigilanza Marco Bertoli. Questo «anche a tutela dei clienti», evidenzia l’avvocato e già procurator­e pubblico: «Se per esempio mi affido a un commercial­ista per la dichiarazi­one d’imposta devo poter contare sulle sue competenze e sulle sue conoscenze del diritto svizzero».

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TI-PRESS Finanziari­o, immobiliar­e e commercial­ista: le tre profession­i del ramo

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