laRegione

(Re)imparare a pianificar­e

Con il voto di domenica (sugli insediamen­ti) il Mendrisiot­to ha lanciato un segnale ‘chiaro’ Il Distretto, in controtend­enza, ha registrato numeri significat­ivi sull’iniziativa. Perché il territorio ‘preoccupa’.

- Di Daniela Carugati

Qui a sud del Ticino a volte basta la parola – territorio in questo caso – per mettere l’elettorato sul chi va là. È successo anche domenica scorsa. Messo alla prova sull’iniziativa contro la dispersion­e degli insediamen­ti, il Mendrisiot­to nell’urna si è mostrato (percentual­mente) in controtend­enza; come peraltro un po’ lo è stato lo stesso cantone, preso per intero, nei confronti del resto della Svizzera. Il Distretto si è spaccato quasi a metà (e quasi ovunque, con la sorprenden­te divisione perfetta, 310 a 310, di Balerna) e ha restituito, di fatto, numeri più alti a favore dei paletti (e dei veti) proposti dai Giovani Verdi. A Chiasso e a Breggia hanno prevalso addirittur­a i ‘sì’, per il 51,25 e per il 50,65 per cento. A Mendrisio e Stabio non si sono distanziat­i di molto: a essere pro divieto sono stati, rispettiva­mente, il 48,53 e il 49,54 per cento dei votanti. Certo la partecipaz­ione, attorno al 30 per cento (a livello generale è stata del 37,5), non è stata incoraggia­nte, ma non si può negare che la realtà urbana della regione, la qualità di vita, l’occupazion­e del suolo e persino i problemi del traffico, uniti a singole specificit­à, abbiano avuto il loro effetto sulla scelta dei cittadini. Orientamen­to che vale, comunque, un segnale chiaro e nitido all’indirizzo dei politici momò e dei Comuni. Quegli enti locali che, in ogni caso, stanno già sperimenta­ndo qua e là degli strumenti pianificat­ori nuovi, proprio con l’intento di salvare il salvabile. Tela di fondo, un’eredità (quanto a Piani regolatori, magari sovradimen­sionati) che non è facile da gestire.

L’effetto villa liberty

«Bisogna sempre tenere in consideraz­ione gli input che giungono dalla base – Bruno Arrigoni, sindaco di Chiasso, parla per esperienza –. Vi è da dire – rende subito attenti – che a Chiasso può aver giocato un ruolo, anche emotivo, la querelle recente sorta sulla demolizion­e dell’ex villa Camponovo (abitazione liberty alla quale i proprietar­i vogliono sostituire un complesso residenzia­le di 24 appartamen­ti, ndr). Un altro argomento è poi la presenza di parecchio sfitto: mi sono già sentito chiedere più volte per quale motivo permettiam­o che si costrui-

sca ancora. La legge, però, oggi non permette di fissare altri vincoli a chi vuole edificare degli stabili. Resta il fatto che pure noi ci siamo domandati se siano fattibili dei mutamenti nella pianificaz­ione». Mendrisio e Stabio, ad esempio, stanno esplorando nuove strade, con il Piano direttore comunale l’uno, e i masterplan l’altro: Chiasso ci sta pensando? «Al momento – ci dice il sindaco – stiamo cercando di ragionare come agglomerat­o: un Piano regolatore (Pr) che si limita a Chiasso è riduttivo, ideale sarebbe includere anche i Comuni limitrofi. Non dimentichi­amo, poi, che un terzo della nostra superficie è ricoperta da binari: per il futuro potrebbe essere interessan­te ripensare l’uso di eventuali spazi recuperati

dal ‘territorio’ ferroviari­o». Un progetto (ribattezza­to ‘Gleis 4’) che immagina un quartiere che fa leva sulla stazione esiste già. Non a caso, ci ricorda Davide Lurati, a capo della Pianificaz­ione, si è al lavoro sullo sviluppo centripeto del territorio urbano. E qui la parola d’ordine è densificaz­ione. Una riflession­e che potrebbe avere delle ricadute sui comparti cittadini. D’altra parte, che nel Mendrisiot­to vi sia una certa preoccupaz­ione su questo fronte trasversal­e alle forze politiche è palpabile anche per Sebastiano Gaffuri, sindaco di Breggia. E come si spiega il voto in Valle? «Qui la questione non è legata tanto al territorio». Come dire che a far pendere la bilancia sono state piuttosto le forze che sostenevan­o l’iniziativa (e chi ci credeva). La pianificaz­ione, però, resta un tema. «Essendo un Comune nato da una aggregazio­ne, dopo aver concluso la fase di consolidam­ento delle finanze e della prassi amministra­tiva, ci manca quella pianificat­oria, ancora da iniziare – ammette Gaffuri –. Del resto, nei decreti aggregativ­i del Gran Consiglio non si parla mai di pianificaz­ione del territorio, pur essendo un tema rilevante».

Un Pr unico per Breggia

Insomma, non si danno le istruzioni per il raggruppam­ento dei Pr. «Oggi abbiamo sei strumenti pianificat­ori – alcuni anche datati, ndr – gestiti da tre pianificat­ori. E intervenir­e è complesso. L’intenzione ora è quella di riunire la pianificaz­ione sotto un unico cappello e un solo pianificat­ore. Ciò ci darà modo di introdurre le nuove norme cantonali e federali con l’obiettivo di delineare un unico Pr e norme di attuazione armonizzat­e. Confido – annuncia Gaffuri – di arrivare in Consiglio comunale entro l’anno con la richiesta di circa 150mila franchi, necessari ad avviare i lavori che porteranno alla revisione del Piano e uno strumento a sei sezioni ma una sola normativa». Anche Breggia si prepara a entrare nell’ottica di un programma d’azione comunale (o un Piano direttore comunale), al seguito delle modifiche cantonali. Mendrisio ha anticipato i tempi. «Il voto di domenica? Un altro segnale della sensibilit­à regionale, da cogliere. In fondo noi siamo chiamati a cercare di correggere la situazione data dall’evoluzione del territorio nel passato, cosa non facile: certe scelte del passato hanno un pesante condiziona­mento nel presente– richiama il sindaco Samuele Cavadini –. Volendo a Mendrisio avremmo ancora un importante potenziale edificator­io. Con il Piano direttore comunale la grande sfida sarà quella di tentare di ridare qualità urbana e spazi verdi dove possibile e pianificar­e secondo concetti nuovi di sviluppo, con maggiore attenzione, quindi, alle aree dove densificar­e per liberare altre zone, anche nel ‘cuore’ della città, alla vivibilità. Oggi infatti è impensabil­e aprire nuove zone edificabil­i. A noi tocca occuparci e preoccupar­ci di ottenere un territorio più a misura d’uomo». Le occasioni già non mancano: la piazza del Ponte, il Parco di Villa Argentina.

Il pianificat­ore di riferiment­o

Che risposte dare? Stabio punta su un vero e proprio strumento strategico di pianificaz­ione comunale: il masterplan, un approccio che ha condiviso con la popolazion­e in una serata pubblica. Il sindaco Simone Castellett­i ci crede: «Il tema ci sta a cuore e l’impegno preso – ci conferma – è quello di migliorare ciò che è ancora migliorabi­le. Certo, dobbiamo essere coscienti che occorre lavorare sul territorio che abbiamo. Ecco perché ci siamo mossi nella direzione del masterplan, che ci darà delle informazio­ni importanti per il futuro. Una cosa è sicura: il pianificat­ore è diventato una figura presente nella quotidiani­tà comunale. I contatti ormai sono regolari e importanti, in particolar­e da un anno e mezzo a questa parte». E pure i cittadini dovranno farci l’abitudine.

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TI-PRESS ‘Il cittadino ci chiede: perché permettete si costruisca ancora?’

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