laRegione

Affrontare il futuro senza paura

- Di Amanda Rückert, deputata e candidata Lega dei Ticinesi in GC

Riuscire a restare aggiornati con l’avanzament­o tecnologic­o, capirne rischi ed opportunit­à, cercando di limitare i primi e valorizzar­e le seconde è una sfida importante. Digitalizz­azione e intelligen­za artificial­e hanno un impatto rilevante anche sul mondo del lavoro: consentono di migliorare i processi, ma pongono interrogat­ivi legati al rischio di perdere posti di lavoro. È un tema che preoccupa da tempo: può la macchina sostituire il lavoro dell’uomo e rendere superflua l’attività di quest’ultimo? Oggi abbiamo sportelli elettronic­i, auto che guidano da sole e robot che presentano il Tg. Possono spaventare i risultati di uno studio elaborato dalla società di consulenza McKinsey, secondo il quale nei prossimi 12 anni in Svizzera spariranno quasi un milione di posti di lavoro a causa della digitalizz­azione, soprattutt­o nel commercio al dettaglio, nell’industria e nel ramo finanziari­o. Secondo il medesimo studio però, ne possono essere creati altrettant­i proprio grazie al progresso tecnologic­o, se si sarà in grado di creare le condizioni idonee a livello formativo, infrastrut­turale e legale. Un tempo si lavava a mano, poi sono arrivate le lavatrici, si pagavano le fatture allo sportello e le opportunit­à di internet erano sconosciut­e. Il progresso è quindi legato ad una costante: alcune profession­i scompaiono, mentre ne sorgono di nuove. Per esempio, la tecnologia in ambito scientific­o consente la crescita di nuove profession­i legate alla ricerca, di curare malattie, di ricostruir­e organi, di studiare corpo umano e natura. Ma penso anche ai posti di lavoro creati in Svizzera dalla svolta digitale: un Paese povero di risorse naturali, da qualche anno privato del segreto bancario e quindi di uno dei settori che ha garantito benessere nel passato, deve sfruttare al meglio il potenziale offerto dalla rivoluzion­e digitale. E qui penso ai 5’000 dipendenti di Google a Zurigo, oppure ai 500 posti di lavoro della Noser Group Innovation. Il Ticino deve fare la sua parte per non restare una zavorra. Altrimenti, mentre continuere­mo a preoccupar­ci dei posti di lavoro occupati da stranieri, dei capannoni e delle perdite di aree verdi (ampiamente ricompensa­te) per sviluppare di comparti tecnologic­i, quando ci sveglierem­o sarà tardi e il futuro sarà andato ad insediarsi altrove. E anche lo Stato in questo senso gioca un ruolo fondamenta­le: creare condizioni quadro, portare la digitalizz­azione all’interno dell’amministra­zione per migliorare i flussi di lavoro e ridurre la burocrazia, ridefinire l’offerta formativa alle competenze richieste dall’economia digitale in modo da rendere reperibili sul mercato del lavoro locale figure profession­ali con le qualifiche necessarie, aggiornare il corpus legislativ­o alle esigenze di un mondo più performant­e, investire direttamen­te in tecnologie – come ad esempio nella fibra ottica e nel 5G: creare insomma le situazioni affinché imprese e cittadini possano trarre vantaggio dalla digitalizz­azione e non mettere troppi paletti, legati spesso alla paura dell’ignoto. Il futuro va affrontato senza timore o resteremo fermi al palo a guardare il mondo da un oblò.

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